venerdì 16 agosto 2013

QUESTO E' L'OMBELICO DEL VIAGGIOOOOOO

Al risveglio il cielo è blu  come non lo  vedevamo da giorni, e il sole del mattino scalda da matti anche se l'aria è frizzantina.
In pochi secondi decidiamo che con queste condizioni meteo dobbiamo assolutamente dirigerci verso uno dei punti fondamentali del nostro viaggio: il lago Song Kol.
Da mesi fantastichiamo una notte in una yurta sulle sponde di questa meraviglia che si trova incastonata tra le montagne al centro del Kirghizistan a oltre 3000 metri. Abbiamo visto tutte le foto possibili su internet, letto i racconti, ascoltato le parole di amici che già ci sono stati e di viaggiatori incontrati lungo il nostro cammino. E tutti ci hanno raccontato meraviglie.
Preparati i bagagli e saldato il conto al padrone della guesthouse, Mr. Chow (per chi ha visto "Una notte da leoni"...) puntiamo a nord per qualche chilometro fino alla svolta per la pista lunga 50km che porta al lago.
Il sentiero è facile e piacevole, guidiamo sereni e disinvolti fermandoci solo per qualche fotografia o per una sigaretta.
Mi gusto da impazzire 3-4 chilometri in fondo ad una valle dal fondo perfettamente liscio...in piedi sulle pedane, la mano destra a pelare il gas con il motore che borbotta a 2000 giri, il braccio sinistro a penzoloni lungo il fianco, l'aria fredda che mi punge le guance...in totale relax e sintonia con la moto sto cosi in estasi per qualche minuto, uno di quei momenti apparentemente insignificanti ma che inspiegabilmente rimangono scolpiti nella memoria. 
Su per ripidi e sconnessi tornanti tocchiamo quota 3100 metri, e da li alla prima vista del lago passano pochi istanti...la soddisfazione è enorme, ed anche il mio personale sollievo: dopo i giorni di tempo brutto ed incerto dei giorni passati mi si era insinuato il pensiero negativo che non saremmo riusciti a realizzare il nostro sogno.
Incontriamo un signore francese che sta facendo uno pseudo giro del mondo (poco pseudo, molto giro...) in sella ad una moto identica alla mia carica come uno di quei camion marocchini visti l'anno scorso a Genova all'imbarco per Tangeri: ha bagagli che basterebbero per 3 persone, ma lui sostiene che è il necessaire per stare in giro qualche mese. Mah! Si chiacchiera qualche minuto, sempre pochi per la mia voglia di sapere, conoscere, curiosare, farmi raccontare aneddoti, e poi ci si saluta come con tutti gli altri viaggiatori incontrati nei giorni scorsi...vite che si incrociano per pochi istanti e che proseguono lungo le loro traiettorie.
Prendiamo atto che la strada ghiaiata sulla quale stiamo procedendo con ci porta lungo il lago ma scende verso Kochkor (dove dovremo passare domani), svoltiamo a sinistra lungo un sentiero di terra battuta che si dirige verso il lago.
Fortunatamente la pista è asciutta e dura, il sole forte ha fatto in tempo (salvo qualche occasionale pozza fangosa) a renderla praticabile anche per le moto. Il passaggio di numerosi veicoli ha creato 8/10 tracce nei prati erbosi, tracce che procedono parallele, talvolta di allontanano per riconvergere. Dalle foto che abbiamo visto nelle nostre fantasie di viaggi tutti e 3 concordiamo: sembra di essere in Mongolia!
Non manca un irrinunciabile (piccolo) guado per aggiungere crosta di fango alle tute, e d'improvviso scorgiamo una distesa di yurte bianche lungo le sponde del lago. Il turchese delle acque, il bianco delle tende, mandrie di cavalli che corrono liberi nell'immensa piana erbosa ai piedi delle montagne...tutto è cosi perfetto ed armonioso da procurarmi una fitta di felicità. E' quasi troppo...
I primi gruppi di yurte sono troppo affollati per i nostri gusti, cosi proseguiamo per qualche centinaio di metri raggiungendo le ultime....quella che fa al caso nostro è una in un gruppetto di tre.
Scarichiamo armi e bagagli e, sapendo che stanotte farà un freddo cane ci facciamo portare quante più coperte possibile. Si dorme per terra, servono strati sotto per isolarsi dal terreno, e strati sopra per non rischiare di stare svegli a contare le pecore battendo i denti.
Per ora (è circa metà pomeriggio) il sole continua a fare il suo dovere scaldando forte nonostante l'aria sempre fredda...ci sdraiamo un pò sulla spiaggetta di ghiaia, passeggiamo verso le montagne per tentare una foto da una posizione più rialzata (che non faremo perchè più camminiamo più paiono allontanarsi). C'è chi pennica (io) chi vaga incantato (Andrea) chi pennica e legge (Giacomo)...il silenzio e la magia ci avvolgono.
Il sole sta calando e la temperatura crolla...ogni 10 minuti ci infiliamo nella yurta per indossare una maglia, un paio di calze, un cappello. Fortunatamente la tenda dove ceniamo insieme ai 3 ragazzi conosciuti qui oggi è riscaldata dalla stufa dove ci cucinano il plov, e trascorriamo due piacevoli ore a mangiare, bere tè e sfottere i nostri nuovi amici (un inglese, un tedesco ed un olandese) per il loro cibo e a farci sfottere per il nostro governo.
1-1 e palla al centro.
E dentro al sacco a pelo...vestito con tutto quello che ho portato da casa (maglia termica,pile, maglia windstopper, maglia tecnica da moto, 2 paia di calze, cappello di lana) in aggiunta alle 4 coperte (2 sopra e 2 sotto) e il materassino a fare strato. 
Quando Andrea mi sveglia nel cuore della notte per vedere le stelle senza la luce della luna sto quasi sudando: missione compiuta, ho sconfitto il Generale Inverno :-)
Scostiamo la pesante tenda che funge da porta e rimaniamo esterrefatti dallo spettacolo del cielo....milioni di centinaia di giga triliardi di stelle sopra di noi in una cupola che ci sovrasta a 180°. Il carro dell'Orsa Maggiore che rispetto alle 9.30 è ruotato fino ad andare a posarsi sul profilo delle montagne.
Non ci provo neanche a fotografare questa meraviglia: non ho la macchina adatta, non sarei comunque capace di usarla, ed infine niente al mondo può rendere l'idea dello spettacolo.
5 minuti bastano e avanzano per dissipare il calore accumulato, le selle delle moto sono ghiacciate ed è il segnale di ritirata di nuovo all'interno del sacco a pelo.

1 commento:

  1. questa giornata è piaciuta molto anche a me!!! io forse (ma anche senza il forse..) avrei pianto...

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