Sotto l'effetto dell'intruglio per cavalli che mi ha somministrato Andrea spengo il computer alle 3 di notte, mentre fuori dall'hotel si è scatenata la tempesta alla quale siamo fortunatamente ed ostinatamente scampati ieri.
Giacomo è chissà dove in mezzo alla steppa kazaka.
Ci svegliamo questa mattina decisi a trovare informazioni utili a risolvere il problema alla moto. A testa china su internet ,al telefono con Memo (il signore italiano della guesthouse di Bishkek), con Yelena (la sorella che parla inglese di uno dei bikers di ieri sera), con Luca che mi spiega a modo cosa devo controllare e guardare, in chat con Gabri il capo officina della Bmw di Reggio. Tutto fa brodo per risolvere i nostri problemi.
Verso le 11 cominciamo a preoccuparci del silenzio di Giacomo. Non lo sentiamo da ieri pomeriggio quando lo abbiamo incrociato lungo la strada, il cellulare squilla a vuoto, non risponde agli sms...con il passare dei minuti prendono il sopravvento i cattivi pensieri e ci agitiamo ancora di più.
Alle 12.10 ci guardiamo negli occhi e decidiamo di prendere le moto e rifare un pezzo di strada al contrario per provare ad incrociarlo. Questo con tutte le incognite del caso...quanto torniamo indietro? Prendiamo tutti i nostri bagagli nell'evenienza di una ennesima sfiga?
Per fortuna appena prima di cominciare a vestirci arriva la tanto attesa chiamata di Giacomo! Sta bene, anche se rispetto al punto in cui lo abbiamo visto ieri ha fatto si e no 30 chilometri (quindi 150 su 600). E' stanco e scoglionato...e come dargli torto??
Ci tranquillizziamo, non pensiamo più alle sue ossa a sbiancare al sole appese ad un palo nella prateria.
Non ci resta che aspettare e pregare che il camion non si rompa altre 100 volte...vogliamo ricompattare il gruppo e mettere le mani su questa benedetta moto!
Usciamo per mangiare qualcosa e mentre rientriamo ci arriva l'aggiornamento da parte di Giacomo....che si commenta da solo direi
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