6 ore di sonno. Scarse perchè sono preoccupato per la moto mia e di Andrea parcheggiate in mezzo alla strada in una città da un milione di abitanti.
Alla mattina il pensiero n°1 prima ancora della cacca, di lavarsi i denti e fare colazione è andare a controllare che ci siano ancora e fortunatamente sono li...posso smettere di pensare ad un aereo con la Saratov Airways fino a Francoforte e di li uno per Milano.
Ho un messaggio di Giacomo sul telefonino che dice che lui e criceto si sono fermati per dormire tra le 3.30 e le 6.30 e sono di nuovo in viaggio. Sono in vantaggio, complice la nostra sosta ben più lunga.
Loro certamente entro stasera arriveranno a Rylsk, paese che sta ad una trentina di chilometri dalla frontiera ucraina che è la meta concordata ieri a casa del panzone. Noi per raggiungerli dovremmo percorrere quasi 900 km...sinceramente non pensiamo di farcela entro oggi, tutt'al più raggiungeremo la città di Kursk stasera e domani mattina di buon ora faremo gli ultimi 150 km circa per Rylsk.
Lasciamo Saratov, il maestoso Volga e l'immorale quantità di splendide ragazze rimirate ieri sera diretti ad ovest.
Abbiamo appena il tempo di percorrere una cinquantina di chilometri e ci troviamo sopra la testa un cielo nero e tempestoso che ben presto comincia a cacciare le prime gocce...che diventano un violento acquazzone con tanto di spettacolari fulmini. Andiamo bene...se l'andazzo è questo altro che 900km...
E invece ci dice bene, perchè dura poco e procediamo spediti. Tanto spediti che a mezzogiorno abbiamo percorso già più di 400km pur avendo perso almeno mezz'ora dentro il traffico di Voronezh.
Siparietto surreale lungo un viale congestionatissimo: un biker un pò troppo ingorillito sfoga un paio di marce in mezzo al casino di macchine. Evidentemente si distrae guardando me e Andrea e non si accorge che davanti a noi la fila è ferma...inchiodata disperata, moto che perde aderenza all'anteriore e in una frazione di secondo a 3 metri da me questa si infila sotto alla macchina davanti mentre il motaro scivola a destra. Fortunatamente è avvolto in tuta di pelle e stivali, e mentre il semaforo diventa verde e ripartiamo si rialza immediatamente. Faccio giusto in tempo a pensare "MA CHE COGLIONE!!" e ce ne andiamo.
Le pause sono ridotte giusto al tempo di fare benzina ogni 200 km. Una volta si e una no ci concediamo anche una bibita, uno snack e una sigaretta, e poi via di nuovo a macinare strada.
Kursk, che doveva essere la nostra meta finale, la raggiungiamo alle 18...710 km. Chiamo Giacomo, sta scaricando la moto dal furgone di criceto...lo avviso che stiamo arrivando, un paio d'ore e siamo da lui per festeggiare insieme il suo compleanno!
Gli ultimi 80km sono splendidi...con il sole al tramonto attraversiamo spediti ed ormai in relax campagne come ci aspetteremmo di vederle se fossimo negli anni '50: casine di legno colorate, oche bianche nei campi, donne anziane in ampie vesti e con il foulard in testa, trattori e carretti. E finalmente, dopo centinaia di chilometri asettici, il profumo della terra, dell'erba e dei campi di mais.
Alle 20, dopo 850 km e oltre 10 ore di guida interrotta da meno di un'ora di pause riabbracciamo Giacomo. Che dopo un intero giorno passato a sopportare l'ostinato silenzio del criceto russo e il suo sgranocchiare semi di girasole attacca a parlare a macchinetta per raccontarci tutto quello che gli è successo.
E stavolta, per fortuna, sono solo pochi aneddoti...per cui niente "versione di Djacomo - parte 2°".
Domani Ucraina, Kiev...speriamo di trovare l'officina BMW che abbiamo trovato su internet e che ci serve come l'acqua nel deserto. Giacomo guiderà la sua moto, e lungo la strada ci fermeremo per rabboccare l'olio che ovviamente ancora perde.
PS: oggi ridevo da solo dentro al casco quando ho riflettuto sul fatto che questi giorni assomigliano sempre più ad una delle sfide di Top Gear..Giacomo "Jeremy Clarkson" Radini contro me e Andrea in una sfida per vedere se arriviamo prima a casa noi in moto o lui con la moto su vari tipi di camion (bisarca, carro attrezzi, furgone) :-)
Alla mattina il pensiero n°1 prima ancora della cacca, di lavarsi i denti e fare colazione è andare a controllare che ci siano ancora e fortunatamente sono li...posso smettere di pensare ad un aereo con la Saratov Airways fino a Francoforte e di li uno per Milano.
Ho un messaggio di Giacomo sul telefonino che dice che lui e criceto si sono fermati per dormire tra le 3.30 e le 6.30 e sono di nuovo in viaggio. Sono in vantaggio, complice la nostra sosta ben più lunga.
Loro certamente entro stasera arriveranno a Rylsk, paese che sta ad una trentina di chilometri dalla frontiera ucraina che è la meta concordata ieri a casa del panzone. Noi per raggiungerli dovremmo percorrere quasi 900 km...sinceramente non pensiamo di farcela entro oggi, tutt'al più raggiungeremo la città di Kursk stasera e domani mattina di buon ora faremo gli ultimi 150 km circa per Rylsk.
Lasciamo Saratov, il maestoso Volga e l'immorale quantità di splendide ragazze rimirate ieri sera diretti ad ovest.
Abbiamo appena il tempo di percorrere una cinquantina di chilometri e ci troviamo sopra la testa un cielo nero e tempestoso che ben presto comincia a cacciare le prime gocce...che diventano un violento acquazzone con tanto di spettacolari fulmini. Andiamo bene...se l'andazzo è questo altro che 900km...
E invece ci dice bene, perchè dura poco e procediamo spediti. Tanto spediti che a mezzogiorno abbiamo percorso già più di 400km pur avendo perso almeno mezz'ora dentro il traffico di Voronezh.
Siparietto surreale lungo un viale congestionatissimo: un biker un pò troppo ingorillito sfoga un paio di marce in mezzo al casino di macchine. Evidentemente si distrae guardando me e Andrea e non si accorge che davanti a noi la fila è ferma...inchiodata disperata, moto che perde aderenza all'anteriore e in una frazione di secondo a 3 metri da me questa si infila sotto alla macchina davanti mentre il motaro scivola a destra. Fortunatamente è avvolto in tuta di pelle e stivali, e mentre il semaforo diventa verde e ripartiamo si rialza immediatamente. Faccio giusto in tempo a pensare "MA CHE COGLIONE!!" e ce ne andiamo.
Le pause sono ridotte giusto al tempo di fare benzina ogni 200 km. Una volta si e una no ci concediamo anche una bibita, uno snack e una sigaretta, e poi via di nuovo a macinare strada.
Kursk, che doveva essere la nostra meta finale, la raggiungiamo alle 18...710 km. Chiamo Giacomo, sta scaricando la moto dal furgone di criceto...lo avviso che stiamo arrivando, un paio d'ore e siamo da lui per festeggiare insieme il suo compleanno!
Gli ultimi 80km sono splendidi...con il sole al tramonto attraversiamo spediti ed ormai in relax campagne come ci aspetteremmo di vederle se fossimo negli anni '50: casine di legno colorate, oche bianche nei campi, donne anziane in ampie vesti e con il foulard in testa, trattori e carretti. E finalmente, dopo centinaia di chilometri asettici, il profumo della terra, dell'erba e dei campi di mais.
Alle 20, dopo 850 km e oltre 10 ore di guida interrotta da meno di un'ora di pause riabbracciamo Giacomo. Che dopo un intero giorno passato a sopportare l'ostinato silenzio del criceto russo e il suo sgranocchiare semi di girasole attacca a parlare a macchinetta per raccontarci tutto quello che gli è successo.
E stavolta, per fortuna, sono solo pochi aneddoti...per cui niente "versione di Djacomo - parte 2°".
Domani Ucraina, Kiev...speriamo di trovare l'officina BMW che abbiamo trovato su internet e che ci serve come l'acqua nel deserto. Giacomo guiderà la sua moto, e lungo la strada ci fermeremo per rabboccare l'olio che ovviamente ancora perde.
PS: oggi ridevo da solo dentro al casco quando ho riflettuto sul fatto che questi giorni assomigliano sempre più ad una delle sfide di Top Gear..Giacomo "Jeremy Clarkson" Radini contro me e Andrea in una sfida per vedere se arriviamo prima a casa noi in moto o lui con la moto su vari tipi di camion (bisarca, carro attrezzi, furgone) :-)
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