martedì 17 novembre 2009

In memoria di Chris McCandless




"So many people live within unhappy circumstances and yet will not take the initiative to change their situation because they are conditioned to a life of security, conformity, and conservatism, all of which may appear to give one peace of mind, but in reality nothing is more dangerous to the adventurous spirit within a man than a secure future. The very basic core of a man’s living spirit is his passion for adventure. The joy of life comes from our encounters with new experiences, and hence there is no greather joy than to have an endlessly changing horizon, for each day to have a new and different sun. — C.M.C."


"C’è tanta gente infelice che tuttavia non prende l’iniziativa di cambiare la propria situazione perchè è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l’animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l’avventura. La gioia di vivere deriva dall’incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell’avere un orizzonte in continuo cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso - C.M.C."

domenica 8 novembre 2009

Patagonia - prologo

Alea iacta est. Il dado è tratto.
Le moto stanno ora riposando una accanto all'altra in un piccolo e scalcinato container al porto di Livorno.
La giornata è iniziata presto, troppo presto visto che tutti siamo andati a letto tardi per colpa di moto e macchine da caricare, valige da chiudere, ripensamenti dell'ultimo momento su cosa metterci dentro, ansia ed agitazione che nonostante la stanchezza ci hanno tormentato per molti minuti anche dopo che la luce si è spenta.
La sveglia, implacabile ed incurante della nostra stanchezza, ringhia alle 5.30 in punto, ma servirà ancora qualche minuto per trovare la forza di abbandonare il caldo delle coperte. Nel frattempo tendiamo l'orecchio nel silenzio per capire se piove...no, non pare...
La forza di alzarci arriva, certamente rafforzata dalla consapevolezza che stiamo per fare qualcosa di molto importante e a lungo sognato...
L'appuntamento è all'autostrada alle 6.30, con Luca e Matteo. La Simo e la Je viaggeranno per conto loro con le macchine cariche (di ricambi, materiale da imballaggio, bagagli), non vogliamo obbligarle ad andare lente come noi, intenti a non cadere e a non rovinare le gomme tassellate.
Il viaggio fila tutto tranquillo, fa freddino ma niente di insopportabile (tranne l'aria gelida all'autogrill sul passo della Cisa). Ringraziamo tutti quanti il cielo perchè, per ora, il tempo è assolutamente splendido ed il sole ben presto si alza per riscaldarci un pò.
La strada scivola via veloce, nonostante la velocità di crociera sia moderata. Nel casco ascolto un pò di musica, canto, fischietto; mi gusto ogni chilometro, perchè so che ognuno di essi mi porta più vicino alla Patagonia. Luca e Matte si rivelano compagni di viaggio eccezionali ed attenti: rallentano immediatamente appena mi vedono attardato di qualche centinaio di metri, preoccupati che qualcosa non vada. Tutto ok, faccio segno, ho dovuto rallentare per infilarmi al volo e con una mano gli occhiali da sole sfilandomi un guanto ed estraendoli da una tasca della giacca. Non proprio una cosa che ti insegnano a scuola guida :-). Resta il piacere di sapere che quando si viaggia in gruppo, tutti sono attenti a tutti. Ci servirà questa attenzione, laggiù sulla ruta 40...
Incontriamo poco prima di La Spezia un motociclista solitario, e ci rendiamo subito conto che è Antonio, il nostro compagno di viaggio di Milano, e proseguiamo insieme fino al porto dove ad attenderci troviamo la Simo, la Je, e Piero.
Il tempo stringe, sono già le 9.30, dobbiamo affrettarci perchè alle 12 lo spedizioniere chiude i battenti.
Prima di tutto dobbiamo scollegare le batterie, smontare le valige, scaricare le macchine di tutto quello che andrà nel container.
Antonio intanto è partito in 4°, scarica dalla Fiesta della moglie Marzia una pedana in legno che nessuno di noi ha capito come potesse stare sulla piccola utilitaria e si mette al lavoro per preparare la sua moto.
Ci siamo tutti accorti subito che Antonio è un ragazzo molto...scrupoloso. Direi...preciso. E soprattuto, LENTO :-) Per fissare la sua moto nel container c'è voluto il tempo che abbiamo impiegato a mettere anche tutte le altre 5!!! Grande Antonio, ma è perfettamente comprensibile visto che si tratta di legare una moto che costa 20.000 euro e che deve viaggiare per 40 giorni su una nave.
Ovviamente di riuscire a sistemare tutte le cavalcature entro le 12 non c'è stato verso, anche perchè Primiano è arrivato molto dopo di noi, verso le 11.30, sotto una fitta e fastidiosa pioggia incominciata per fortuna qualche minuto dopo che avevamo finito di fare le ultime operazioni sulle moto ed iniziato a caricare.
Sotto gli occhi umidi (non si sa se di pioggia o se di commozione) e gli sguardi un pò perplessi di tutti noi al container arrugginito della MSC, il responsabile della Isa Spedizioni ha chiuso i pesanti portoni di acciaio e messo il sigillo.
Non ci restava che dare una pacca al freddo metallo che deve proteggere le nostre amate moto e andare a festeggiare il via di questa avventura in un ristorante vicino al porto dal nome molto promettente ed esotico (il deserto).
Fra poco più di quaranta giorni le riabbracceremo e sarà l'inizio del nostro VIAGGIO ALLA FINE DEL MONDO...

venerdì 6 novembre 2009

Il lunedi nero...





Tutto il mondo riconosce nell'espressione "lunedi nero" la data del 28 ottobre 1929, quando il crollo della borsa di Wall Street mise in ginocchio l'economia americana e mondiale...
Anche noi, aspiranti Patagonici di Reggio, Chivasso, Milano e Bari abbiamo avuto il nostro Lunedi Nero. Per una serie di circostanze, incomprensioni, leggerezze (non nostre), a partire dalle 09.00 di lunedi mattina e per le successive 48 ore non potevamo più fregiarci del titolo di "patagonici".
Per me, che sogno questo viaggio da ormai 2 anni, è stata una mazzata pesante. Ho reagito prima con rabbia, che è un sentimento a me praticamente sconosciuto, poi è subentrata una profonda delusione. Mi sentivo un pò come quando l'adrenalina abbandona il corpo e lo lascia in uno stato di torpore...
Per difendere i nostri sogni abbiamo reagito come un corpo solo: io, Primiano, Antonio, Piero, Luca, Veronica e Matteo abbiamo dato vita ad un vortice di telefonate, idee, proposte che dovevano risolvere nell'arco di 24 ore gli effetti del Lunedi Nero.
Come capita nei film thriller più avvincenti, quando ormai tutto sembrava perduto, quando ormai anche io inguaribile ottimista stavo cominciando a rassegnarmi a vedere sfumare tutto, due ragazze meravigliose hanno risposto alla chiamata e ci hanno rimesso di colpo sull'aereo e sul container con destinazione Sud America.
Sono estremamente orgoglioso e grato alla Simo e alla Je, senza le quali domani saremmo probabilmente a spasso in qualche centro commerciale e non al porto di Livorno a riempire un container con le nostre moto. A loro voglio dire che non potevo immaginare soluzione più bella, fare IL viaggio sapendole con me rende il tutto semplicemente perfetto.
Sono molto contento e gasato anche dai rapporti che si stanno creando con tutti i ragazzi (e ragazze!) del gruppo: questo "contrattempo" ha accelerato il processo di conoscenza, ha obbligato tutti a mostrare quanto ci tengono al viaggio, ha messo la prova la capacità di tutti di ragionare come una sola persona, di mettersi a disposizione per trovare una soluzione condivisa.
Sono certo che la bellezza della Patagonia sarà quantomeno eguagliata dalla bellezza dei rapporti umani che si cementeranno con il sudore, la polvere, la fatica e le difficoltà che inevitabilmente dovremo affrontare