lunedì 5 agosto 2013

TUNNEL DELLA MORTE UN PAR DE CIUFOLI

Sveglia alle 7, sveglia per davvero alle 7.30...colazione oscena come la cena di ieri e subito in strada.
Sbrighiamo un paio di doveri (aggiornare il blog in un internet point non senza bestemmiare perchè tutto tastiera compresa è in cirillico e scambiare soldi in banca con mega-pezza del direttore che tira un pippone cosmico a Giacomo sulla storia del Tajikistan) e puntiamo a sud verso Dushanbe che dista circa 270km.
Mi gioco immediatamente il jolly della vita, dimenticando appoggiato sulla valigia destra lo zainetto con TUTTO (e quando dico tutto intendo proprio tutto...passaporto, tutti i documenti, circa 1000 dollari ecc..ecc...): me ne accorgo solo dopo 3-4 km e vengo colto da un attacco di panico. Istintivamente guardo a destra e lo vedo li, disperatamente aggrappato alla valigia solo perchè una cinghia si è incastrata...recupero i 10 anni di vita persi e mentre armeggio per fermarmi senza che cada un poliziotto dall'altra parte della strada mi fa cenno di fermarmi. 
Solite chiacchiere, atguda, skolka stot (quanto costa la moto, la telecamera, il gps ecc..) insieme ad Andrea che nel frattempo è tornato indietro a cercarmi. Foto, strette di mano e via...senza che sappiano che potevano pure arrestarmi, tanto ero felice di avere ancora con me il mio zainetto! 
Ce la prendiamo con grande calma, come è giusto che sia...tappe non troppo lunghe, parecchie soste per chiacchiere con i local, stop per foto a monumenti a lupe che allattano Romolo e Remo (!!!!!).
Il tutto su è giù tra gole e montagne aride e imponenti, pareti a picco e vallate profonde centinaia e centinaia di metri, tratti di asfalto perfetto che invitano a forzare con il gas e altri con buche traditrici e pericolosissime che consigliano di stare parecchio calmi.
Superiamo un tunnel del quale non ricordo il nome (del resto il cartello è scritto in cirillico e cinese), ma oserei dire che fosse il Sharistan. Inaugurato nel 2012 permette di tagliare una lunga strada in parte sterrata che arriva fino a 3500 metri...ma 'sti cinesi non potevano stare a casa loro dico io??? 
Scesi dal passo, un comunque più che onesto 2800mt, la strada precipita fino a 1300 mt in poche curve e attraversa un gruppetto di poche case, con un market ed un paio di chaikana dove ci fermiamo per un brunch :-) ...sono le 11.30 come dovrei definire questo pasto a base di shashlik (daje) e nescafè?
Semi pennica, si sta troppo bene all'ombra, e via per il cult della giornata...il tunnel di Anzob.
Per chi non avesse letto/visto alcune cosette pubblicate su facebook nelle scorse settimane, questo tunnel avrebbe la pretesa di risolvere problemi aggirando anche lui un passo molto impervio.
Cosi i cinesi (e forse anche gli iraniani) hanno iniziato a scavare un buco ma ad un certo punto si devono essere stancati perchè l'hanno lasciato parzialmente incompleto! 
Quindi ci sono decine di video, foto, racconti in rete di gente che alimenta il mito del tunnel della morte.
Immaginatevi voi quindi con quale timore reverenziale ci avviciniamo alle fauci di questo mostro. Che fa di tutto per intimorirti effettivamente...trovarselo davanti vuol dire fronteggiare un buco nero che espelle smog come se all'interno fosse scoppiato un incendio.
Alcuni local tentano forse di spaventarci dicendo che all'interno ci sono problemi perchè l'acqua in qualche punto arriva alle ginocchia. Ci guardiamo in faccia e massì dai...chissenefrega, andiamo (anche perchè non esiste alternativa, cosa che rinvigorisce i nostri spiriti)
Accese tutte le videocamere, coperti i visi con le bandane entriamo e ci accodiamo ad una macchina  tajika della quale copiamo fedelmente tutti gli zig e tutti gli zag.
Buche, buche più grandi, sconnessioni, tondini di ferro del cemento armato mezzo consumato, camion in senso contrario, buio, buio pesto. Ma poi molto prima di quanto ci aspettassimo rivediamo la luce e....l'abbiamo fatto! 
Certo, ci aspettavamo l'inferno in terra ed abbiamo trovato solo un fuocherello ma sicuramente quando lo racconteremo ai nostri nipoti sapremo come ingigantire la storia :-)
Scattiamo un pò di foto ai ns destrieri con l'uscita del tunnel sullo sfondo mentre i soliti curiosi si fermano per salutarci e fare a loro volta foto. L'incontro più bello è con Nazim, barbuto camionista che dopo le domande di rito e dopo avermi fatto scrivere su un foglio l'indirizzo web del mio blog ci regala una cocomera. Ci tiene molto a spiegarci che l'ha coltivata lui...che dolcezza queste persone!!
Legata la cocomera sulla moto con un paio di reti elastiche ci pappiamo gli ultimi 70km fino a Dushanbe (con sosta ristoratrice per divorare il dono di Nazim), e infine ci accasiamo in un hotel da nababbi che deve rimediare alla schifezza di ieri (un giusto compromesso tra un tugurio ed un cesso citando Giacomo)
Il miglior modo per prepararci ad affrontare i 5-6 giorni in Pamir, dove probabilmente troveremo molte meno comodità di quelle che può offrire la capitale

2 commenti:

  1. come sempre hai più culo che anima !!! se poi ci mettiamo anche il brunch...gran giornata !!

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  2. come sempre hai più culo che anima!!! se poi ci mettiamo anche il brunch... gran giornata!

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