martedì 3 settembre 2013

SPECIAL THANKS TO...

In ordine assolutamente sparso:


- Luca per non aver smentito Veronica riguardo il menagramo adagio che "Le moto che prepara Casoli non si rompono mai". Anche stavolta percorso netto vecchio mio!
- Luca (ancora) per l'assistenza tecnica telefonica 24/7 e per quella fetta di ram del cervello sempre rivolta al cardano di Giacomo per studiare qualche soluzione. Ah...e per avermi insegnato che esistono gli iniettori...senza quella dritta stavamo ancora in autostrada in Ungheria
- Paolo e la Cri per gli infiniti consigli su qualsiasi cosa riguardo questo viaggio, discussi decine e decine di volte per infinite ore
- Silvano e Dario della New Transport di Roma che ci hanno seguito in maniera impeccabile tutta la parte relativa alla spedizione delle moto. Precisi, appassionati di moto, sempre sul pezzo...grazie!! Se non vi foste ricordati di noi a giugno dopo i primi contatti di gennaio il viaggio non sarebbe mai stato cosi spettacolare.
- Farkhod Rustamov che ci ha aiutato a sdoganare le moto a Tashkent il sabato stesso che siamo arrivati e ci ha offerto gli shashlik più buoni di tutto il viaggio
- Memo e il suo B&B Dolonsky 78 a Bishkek per l'ospitalità, per averci fatto mangiare una pizza come si deve, per le ore di chiacchiere, per l'aiuto quando ci siamo trovati nei guai ad Aktobe e per averci avvertito dell'epidemia di peste bubbonica scoppiata nella zona dell'Yssyk Kul. Memo...ci risentiremo di sicuro, non so quando ma ci risentiremo...la nostra storia con il Kirghizstan non finisce qui!
- Michael Fritz per le infinite chiacchiere a Osh, e per l'ispirazione ad una vita presa più con calma. Tolasùdolsa insomma :-)
- Rafael e Tanja della concessionaria Kol Auto di Aktobe per la simpatia e l'aiuto fornitoci...il meccanico non ha risolto il problema ma non è certo dipeso da loro. Ma vogliamo soprattutto ringraziare Tanja per il tacco 12 e i jeans attillatissimi!
- Evgeni della concessionaria BMW Bavaria di Kiev...lui si che i problemi ce li ha risolti, e ci ha accolti come fossimo i suoi migliori clienti. Evgeni, se mi leggi ricordati della promessa di venire in Italia l'anno prossimo dopo il raduno di Garmish per fare lo Stelvio insieme!
- Cesare! Tifoso numero 1, idolo!!
- I ragazzi inglesi e norvegesi, ed il ragazzo tajiko che non hanno esitato a buttarsi nell'acqua gelata e nella corrente del fiume per aiutarci 
- Haram, suo figlio e il Criceto per aver trasportato Giacomo e il suo cesso di moto per 1800 km, e per aver dato vita insieme a lui ai racconti ed agli sms più esilaranti di tutto il viaggio
- Tutti quelli che mi sto dimenticando di ringraziare, non siete certo stati meno importanti per il nostro successo


Ringrazio infine tutti quelli che ci hanno letto, hanno messo "mi piace", hanno commentato, hanno dedicato un pò di tempo della loro giornata a noi.
Come sempre il più grosso stimolo per fare tardi la notte a scrivere e pubblicare foto è sapere che a migliaia di chilometri di distanza c'è qualcuno che (non si sa come) la mattina mentre si prepara il caffè accende il computer per vedere se abbiamo postato aggiornamenti.

chelabarbasiacontuttivoi

LE VENT NOUS PORTERA

Non ho paura del cammino

Bisognerà vedere, bisogna assaporare
La parte più profonda e oscura di noi stessi
E tutto andrà bene là,
Il vento ci guiderà
"Noir Desir - Le vent nous portera"


Trovare le parole per chiudere un viaggio cosi lungo è sempre molto difficile. 
E' sempre tutto "troppo": troppe le emozioni, troppa la fatica, troppe le esperienze, troppe le risate, troppi i paesaggi, troppe le persone incontrate.
E' complicato trovare le parole giuste per salutare gli amici quando si esce per l'ultima volta dal casello dell'autostrada, il viaggio termina ed inizia la strada della vita di tutti i giorni. Stare insieme per un mese 24 ore su 24 condividendo polvere guai e gioie cementa l'amicizia e crea una forma di simbiosi difficile da tranciare tutta in un colpo.
Servirà come al solito un pò di tempo per rimettere in fase tutti gli ingranaggi, riabituarsi agli orari, alle abitudini di sempre. E servirà tempo per metabolizzare il vissuto, i ricordi sfocati dei primi giorni schiacciati sotto centinaia di piccoli episodi e dettagli che si sono accumulati strada facendo.
Mi sono nuovamente reso conto di quanto mi sento in armonia con il viaggio e la moto, di quanto strappandomi alle sicurezze della vita quotidiana e calandomi in un contesto in cui ogni giorno porta una sfida diversa da affrontare la fiducia in me stesso, l'autostima e l'energia fisica e nervosa crescono a livelli elevatissimi. 
Viaggiare è farmi l'elettroshock
ricordarmi di alzare gli occhi e guardare avanti
di non smettere di sognare
di non lasciar spegnere la curiosità e scoprire ogni giorno qualcosa di nuovo e diverso
di avere fiducia nelle persone e confidare nel loro aiuto
Viaggiare è una droga che dà forte dipendenza.


ciao, ci sentiamo alla prossima dose ;-)









lunedì 2 settembre 2013

(guai) FINO ALLA FINE

Budapest, 6.40.
Ultima sveglia, ultimo impacchettamento dei bagagli, ultima vestizione di tuta stivali paraschiena sporchi di 4 settimane di polvere, fango, sudore, pioggia, insetti e schifezze varie.
Vogliamo partire presto e alle 7.30 siamo già seduti al tavolo della colazione. Una finalmente ricca e appetitosa colazione continentale! E un tostapane :-)
Alla sosta rifornimento subito fuori città la moto di Giacomo tossisce un paio di volte per ripartire, ma niente di strano...capita. Siamo d'accordo di fermarci tra un centinaio di chilometri per controllare il serraggio dei bulloni di ruota e pinza freno posteriori smontate ieri sera, operazione che svolgiamo in una piazzola di sosta in pochi minuti.
Dovendo percorrere oltre 900 km le pause oggi saranno ridotte al minimo, quindi poco cazzeggio e via...Andrea riparte, Giacomo no.
Armeggia con l'accensione, ma di nuovo il motorino d'avviamento gira a vuoto...Riprova una, due, cinque volte ma...niente. Ri-ri-ri-ri-dinuovo-ari-cazzo...non è possibile dai.
E' decisamente una presa in giro.
Ci guardiamo con occhi interrogativi e persi.
Niente, insistiamo ma niente.
Ormai in automatico afferro il telefono e chiamo Luca, che è in moto con Veronica e si ferma per darmi la sua attenzione.
Mi fa scollegare la batteria e resettare la centralina.
Niente.
Proviamo a prendere a calci il motorino d'avviamento.
(tentativo puerile e meramente di sfogo) Niente.
Guidato da Luca smonto una candela, che pare fare il suo lavoro.
Niente.
Smonto prima un iniettore, poi l'altro. Non esce benzina...
Mmmmmmhhhhh....
E' la pompa della benzina. Siamo nei guai, a meno che non sia il modulino elettronico che la comanda, del quale abbiamo il ricambio.
Mi consulto nuovamente con Luca che ci conferma che potrebbe essere li il problema. Nel frattempo è passata più di un'ora, e diverse telefonate. E Andrea che si era fermato qualche chilometro più avanti ha fatto il giro e ci ha raggiunti.
Smontiamo velocemente parte delle carenature della moto per arrivare alla pompa che sta sul lato sinistro sopra il serbatoio. In pochi minuti cambiamo il pezzo e preghiamo.
Chiave su ON.
Attendiamo che il check sia completo.
Vrrroommm...po po po po po...coff....coff...po po po po...la moto si accende (bene!) ma gira malissimo, sembra che vada solo uno dei due cilindri (merd....)
Mi viene un'idea, smonto di nuovo uno degli iniettori e vedo che non sputa benzina. Tentativo del dilettante della domenica...spruzzatina di WD40 (per chi non lo sapesse uno spray che risolve tutti i guai del mondo) e per colmo di fortuna l'iniettore resuscita!!
Rimonto tutto, di nuovo riavviamo e stavolta va una meraviglia!!!!
Grandiiii!! Ci scambiamo pacche sulle spalle soddisfatti per l'ennesima rogna risolta, anche se ci è costata 2 ore. Sono le 12.45, 750 chilometri da fare.
Che volano via, a furia di macinarli a 130 km/h fissi sulle autostrade magiare e slovene...grazie a Schengen neanche mi accorgo di essere entrato in Slovenia :-). Me lo ricorda Giacomo che fa segno di entrare al primo autogrill per acquistare il tagliandino del pedaggio.
E poi Italia! Gioie e dolori...Italia è casa, ma è anche una fauna di italiani che a migliaia intasano l'autostrada, di stronzi che fanno colonna per curiosare un banale incidente sull'altra corsia, di 2 volte stronzi che mentre procediamo a zig zag piano piano in mezzo a questa colonna sterzano per non farci passare come per dire "sto qua io, stai qua anche tu".
Sempre a 130 fissi maciniamo uscite autostradali a ritmo costante...ormai la voglia di rivedere la Simo mi sta spingendo come avessi il vento alle spalle, le ho detto che sono ancora in Slovenia quando in realtà sono a Vicenza perchè voglio farle una sorpresa e raggiungerla alla Festa dell'Umidità dove sta facendo un mercatino di vestiti usati.
Imboccata la Brennero dopo pochi chilometri in mezzo al traffico avvisto in lontananza altre moto. Più mi avvicino più mi sembrano famigliari...poi riconosco la giacca blu puffo di Paolo, l'R80 della Cri, Matte e la Mary, e infine davanti a tutti Luca e la Vero...i miei amici che non vedo da un mese sono li davanti a me per un magico scherzo del destino!!
Uno a uno li affianco tutti, in preda all'emozione per una sorpresa cosi assurda ci scambiamo gesti plateali...taglio bruscamente dentro ad una piazzola e tutti si fermano (tranne Andrea che probabilmente sorpreso dalla mia manovra abbastanza repentina tira dritto).
La Vero è la prima a saltarmi al collo senza nemmeno farmi scendere dalla moto, poi ricordo solo una folla di caschi e tute e abbracci e batticuore!! Fighissimo, emozionante...i successivi 40 km fino al casello di Carpi dove usciamo li ho fatti con il cuore in gola, guardando negli specchietti la moltitudine di fari di moto. Dopo un mese di moto incontrare per caso e motociclisti sconosciuti finalmente rombi di moto amiche :-)
I 5 minuti di chiacchiere al casello diventano un'ora, poi non ce la faccio più...devo andare, devo vedere mia moglie e Giacomo lo capisce dalla fretta con la quale voliamo tra Carpi, Correggio e la tangenziale di Reggio. 
10 minuti di sosta a casa per mollare i bagagli, abbracciare la mamma, e via di nuovo...per arrivare alle spalle della Simo e avere il premio che mi ha sostenuto in tutti i momenti di difficoltà, di stress, di fatica, quando non ne andava dritta una.
Un abbraccio che sa di casa, le sue braccia intorno al collo.
Ok...ora posso dire: ce l'abbiamo fatta.
E voglio subito il più grosso piatto di tortelli che questa festa dell'unità possa offrirci!! :-) 

BUDDHAPEST

La serenità ritrovata dopo la riparazione della moto di Giacomo ci accompagna nella nostra uscita dall'ultimo dei paesi appartenenti al disgregato impero russo.
L'Viv - Budapest è una tappa da 600km che non riserva sorprese o scossoni, se non il secondo maldestro tentativo di poliziotti ucraini di estorcerci qualche soldino 50km prima della frontiera. Percorrendo la veloce strada che attraversa i Carpazi tra boschi montagne e piccoli villaggi ci godiamo finalmente qualche curva dopo 4000 km.
A ben pensarci è dal giorno in cui abbiamo lasciato Bishkek e il Kirghizstan che non facciamo una piega come si deve..da allora solo strade infinitamente dritte, steppa, campi coltivati a perdita d'occhio. E guai :-)
Come dicevo, poco prima della frontiera Andrea viene fermato da una pattuglia con un telelaser. Io e Giacomo seguiamo a poche centinaia di metri, rallentiamo per tempo e ci fermiamo a nostra volta. I poliziotti ci fanno capire che io ed Andrea andavamo forte (i 60!) e che ci devono fare la multa...segue un "offizial o non offizial?"...ovviamente la risposta è "non offizial" che serve per iniziale una trattativa.
Questi cani hanno anche il coraggio di dirci "ah italiano non offizial...mafia!"....ma brutto @## tu mi fermi per spillarmi soldi e dai dei mafiosi a noi? Eh no!!
Tempo 10 minuti e ce li mettiamo in tasca...prima gli dico che voglio vedere la ripresa o la foto di me con la velocità, e guarda caso il laser non funziona bene e non ha registrato. Poi ci chiedono 50€, poi 40, poi 30 sempre senza motivo e senza particolari possibilità di minacciarci. Continuiamo a dire loro che gli unici soldi che abbiamo sono qualche etto di monetine assortite di Tajikistan, Kirghizstan, Kazakhstan e Russia...se vogliono quelle. 
Dopo un pò di tira e molla ci ridanno i documenti e ci lasciano andare. Ecco...questo è come si deve fare da queste parti quando ci si imbatte nella polizia. Stare tranquilli, sorridere, dire che non si hanno soldi, non avere fretta e aspettare che si stanchino loro. Alla peggio fare finta di chiamare l'ambasciata italiana, scriversi i numeri identificativi che hanno appuntato sulle camicie...bluffare insomma. A meno di essere palesemente in torto, allora semplicemente si tratta sulla cifra.
L'uscita dal paese è rapidissima, un pò meno l'entrata in Ungheria ma semplicemente perchè c'è parecchia gente che passa di qui.
Ungheria vuol dire Europa, area Schengen e quindi la fine di tutte la burocrazie, i rischi di intoppi, i timbri, gli indolenti o eccessivamente scrupolosi doganieri, i moduli sempre diversi delle frontiere dell'area ex-sovietica. La benedizione della libera circolazione delle persone e delle merci!!!
Budapest arriva in un soffio, quel poco che riusciamo a vedere prima di arrivare in albergo mi dà la certezza che dovrò tornare per visitarla con calma più avanti.
Noi niente visite turistiche...voliamo in albergo (sono le 20), nel parcheggio sotterraneo dove lasciamo le moto cambiamo l'olio alla coppia conica di Giacomo. Il meccanico della BMW di Kiev si era raccomandato, avendo sostituito diversi pezzi, di fare questa operazione dopo un rodaggio di 1000/1500 km.
Cena in un luogo di ristoranti affollato e turistico ma carino, e prima mozzarella di bufala dopo oltre un mese.
Nanna presto, domani si va a casa e sono 900km...