giovedì 8 agosto 2013

LA NOSTRA "LONG WAY ROUND"

La notte tutto sommato passa tranquilla. La nostra tenda/zanzariera lascia entra il vento tiepido e si intravede anche qualche squarcio di cielo.
Quando mi alzo, non so da quanto stia scavando, spalando e sbuffando la grande ruspa che dovrebbe liberarci la via. Continua a farlo per ore, spostando di qua e di là massi giganteschi. Scompare ogni tanto per andare a monte e cercare di deviare in parte le acque che sulla nostra sponda sono parecchio impetuose.
Verso le 12 improvvisamente i primi camion cominciano a scendere lungo la rampa scavata dalla ruspa e si gettano in acqua: sobbalzano, sgasano, fanno rumori raccapriccianti ma tutti riescono in qualche modo a passare forti delle loro numerose ruote motrici e del peso che li tiene ben attaccati al fondo.
Non parliamo poi del Kamaz, un camion militare russo a 3 assi e 6 ruote motrici che passa con la facilità con la quale io attraverso la vasca da bagno.
Impacchettiamo rapidamente tutti i nostri averi speranzosi che un camionista ci possa caricare le moto, cosa che ben presto si rivelerà impossibile perchè sono tutti stracarichi di merce. E noi di mettere migliaia e migliaia di euro di moto sdraiate su cumuli di mattoni non ne abbiamo proprio l'intenzione...
Tra la folla di persone che formano questo microcosmo di derelitti in attesa ci sono 4 ragazzi (2 inglesi e 2 norvegesi) che stanno facendo il Mongol Rally (!! grandi...). Si offrono di darci una mano nel tentativo di far passare le moto a spinta e di buon grado accettiamo.
Insieme a noi un ragazzo tajiko che per tutto il giorno si farà un culo a capanna per aiutare noi ed un signore che poco prima di noi si è piantato nell'acqua alta con la sua jeep trovata nel sacchetto delle patatine.
La prima è la moto di Giacomo. La formazione è: Giacomo al manubrio (non in sella), io dal lato opposto, Andrea davanti a tirare con delle cinghie, i ragazzi del Mongol Rally a dare rinforzo, il tajiko dietro a spingere.
Scendiamo in acqua (ghiacciata) e fatti pochi passi capiamo che la situazione è critica...la corrente è molto più forte di quanto ci aspettassimo e tenta di strapparci la moto. Nonostante siamo in 8 la teniamo per un pelo.
Andrea perde l'appoggio di un piede e scivola, immediatamente catturato dalle acque cerca un appiglio alla moto che forse trova o forse è solo l'inglese che lo prende per un braccio ad impedirgli di essere portato via.
COn 4 infarti, 2 contusi, 6 falangi amputate ed un ricovero per conati di vomito riusciamo a portare la moto dall'altra parte.
Solo una e siamo sfiniti. E la mia pesa 30 kg in più.
Tutto cambia mentre attraversiamo per tornare indietro. Senza il peso e l'appiglio della moto attraversare il punto "problem" diventa un momento parecchio teso...scivolo prima io e in qualche modo trovo un sasso sul fondo al quale aggrapparmi prima dell'intervento di 2 braccia amiche (inglesi e tajike), poi scivolo nuovamente, poi tocca ad un inglese, poi Giacomo. Una strage.
Certo, non è che se vieni portato via dalla corrente vai a finire in mare, c'è sempre il ponte crollato 200mt a valle a fermarti. Ma 200 metri di urti contro i sassi non sono belli, e finire sotto al ponte tanto meno.
Cambiamo strategia, cosi non è fattibile...io per colpo di fortuna riesco a buttare la moto su un pick up di un militare che abilmente mi porta di là (tra scossoni e attimi di panico che possa cadere tutto in acqua).
Il militare però non vuole tornare indietro per prendere Andrea perchè si è reso conto che sulla sponda si è formato un gradino che gli impedirebbe di risalire. Propone di portare a spinta la moto in mezzo al corso e caricarla li...bravo somaro, e secondo te noi abbiamo voglia di rifare quel drammatico passaggio nelle acque profonde?
A dire il vero io Giacomo e il tajiko ci proviamo anche a raggiungere Andrea, ma 2 cadute di Giacomo nella corrente ci fanno desistere definitivamente.
Decidiamo di andare a Kalaikum a cercare un camion che scarrozzi Andrea. Va Giacomo che sa cavarsela sempre in ogni situazione con un sorriso, accompagnato dal militare che però (stronzo) lo molla in città senza dargli nessun altro aiuto.
Dopo un paio d'ore d'attesa (io sono rimasto di guardia ai bagagli di tutti) ritorna su un pick up con 3 cefi, seguiti dopo poco da un camion.
Io sono a 300 mt dal ponte, con borse valige zaini giacche ecc e non posso abbandonare tutto per andare a vedere. Ma ogni ora mi concedo un puntata rapida per guardare dall'alto perchè sono preoccupato per Andrea che è dall'altra parte da solo ormai da 3 ore abbondanti
La situazione che vi trovo è sconfortante...camion in mezzo al fiume a cofano aperto...camion 10 metri più avanti sempre piantato...
Dopo altre ore, che inganno scrivendo questi aggiornamenti, vedo arrivare Giacomo che mi aggiorna sulla situazione: una delle macchine dei ragazzi del mongol rally è passata. Andrea e l'altra stanno ancora là. Il camion che ho visto in mezzo al fiume è un cesso del primo dopoguerra con avviamento a manovella come la macchina di paperino.
Il problema è che si spegne ogni 10 metri, e ora nel mezzo della corrente non si può avviare. Quindi è stato raggiunto un accordo economico con il tizio che guida la ruspa, che tirerà il camion, che carica Andrea che alla fiera dell'est mio padre comprò.
Ormai inizio a rendermi conto che fuori dall'Europa il mondo va cosi. Tu hai un problema, un vero casino. Siediti, aspetta, e spunteranno mille mani che ti aiuteranno. Qualcuno per soldi, qualcuno per rispetto dell'ospitalità.
Attaccato il camion al bulldozer ci vogliono 3 secondi per traghettare anche l'ultima moto, con enorme soddisfazione di tutti noi che ci battiamo pacche sulle spalle un pò per spirito cameratesco, un pò per il sollievo di aver risolto una situazione che pensavamo fosse relativamente facile, poi drammatica, ed infine nuovamente fattibile.
Tutta questa mole di accadimenti si è concentrata in 24 ore esatte, visto che ripartiamo per i pochi chilometri che ci separano da Khalaikum alle 19.
Condividiamo una semplicissima guesthouse con i ragazzi norvegesi ed inglesi conosciuti oggi. Ceniamo insieme parlando della loro esperienza e dei nostri viaggi, dei progetti per i prossimi giorni.
Per la notte ci aspetta un enorme baldacchino all'esterno, lungo il corso del fiume che ci ha reso la vita difficile solo 5km più a monte. Ma lo abbiamo già perdonato, e stanotte  dormiremo soddisfatti cullati dal rumore dell'acqua

PS: special thanks oggi a Giacomo che è un compagno di viaggio splendido. Sempre con il sorriso, sempre positivo, oggi si è beccato la responsabilità di andare a cercare aiuto completamete solo, in un posto dove pochi parlano poche parole di inglese. La scelta tra chi doveva andare era tra me e lui, e non ha fatto una piega quando l'ho pregato di andare. Il pomeriggio già inoltrato, la fatica e le ore necessarie per far attraversare 2 sole moto, Andrea ancora di là con poche soluzioni ancora percorribili...mi ero un pò scoraggiato, e Giacomo ha capito. Grazie

3 commenti:

  1. ho fatto fatica io ad attraversare il fiume solo leggendo.....
    che avventura! grandi tutti che non vi siete fatti risucchiare dalla forza della corrente e non avete abbandonato le speranze! notte....

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  2. Che belli che siete. Mi pare di stare un po' lì.

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  3. Valle dimensione avventura! Grandi!

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