Bisogna che metta il cappello anche a questo viaggio. Sono a casa a rimpinzarmi di cose buone da due giorni e ancora non l'ho fatto...
E' stato un viaggio diverso, molto lontano ma molto breve se paragonato a quello dello scorso anno e alla Patagonia. E profondamente diverso da quello fatto in Marocco, dove eravamo con le nostre moto e relativamente "vicini a casa".
Quest'anno ci ha fregato la sfiga, e ci siamo fregati con le nostre mani in partenza avendo la presunzione di poter infilare un programma cosi tanto ricco di cose da fare e chilometri da percorrere in sole due settimane con la variabile delle moto a noleggio che si sa...difficilmente possono essere sicure ed affidabili come le nostre.
E' vero...cosi tante sfortune, cosi tanti contrattempi, cosi tanti piccoli e grandi guai era impensabile che si sarebbero incastrati tutti quanti nello stesso momento ma tant'è...è andata cosi.
Come sempre la cosa più importante è aver portato a casa risate, esperienze forti, paesaggi spettacolari, incontri con uomini e donne speciali e diverse da quelle che siamo abituati ad incontrare nella vita di tutti giorni, ma soprattutto è importante che abbiamo portato a casa le ossa esattamente ordinate come erano prima di partire.
Torniamo in Italia con un pò di amaro in bocca per aver avuto a che fare con un pò di persone che hanno voluto approfittare del nostro status di ricchi turisti, che non si sono fatte scrupoli a lasciarci in cima ad una montagna con una moto rotta solo perchè a loro faceva comodo cosi, che sono arrivate a chiederci cento dollari per una chiave inglese di 16 solo perchè ne avevamo estremo bisogno.
Questa sensazione di amaro però non ci fa dimenticare chi ci ha accolto sotto il tetto della propria tenda offrendoci poco, ma comunque tutto quello che poteva. Senza volere un soldo. Chi ci ha sorriso, chi si è sbattuto per comprendere la nostra cartina e ci ha dato indicazioni a cazzo (ma comunque ci ha provato),chi ci ha invitato a bere latte di cavalla fermentato, o l'ennesimo chai, chi la sera saliva su uno sgabellino malfermo per svitare una lampadina in salotto ed avvitarcela in camera.
Quest'anno siamo arrivati alla partenza tutti troppo in riserva di energie, forse scarichi, forse anche un pò impreparati e poco concentrati. E questi non sono viaggi nei quali puoi permetterti impreparazione e leggerezze, come dimenticarti una camera d'aria o una chiave di 16 per smontare le ruote.
Perchè la sfiga ti osserva sempre. Come Sauron.
E' stato un viaggio diverso, molto lontano ma molto breve se paragonato a quello dello scorso anno e alla Patagonia. E profondamente diverso da quello fatto in Marocco, dove eravamo con le nostre moto e relativamente "vicini a casa".
Quest'anno ci ha fregato la sfiga, e ci siamo fregati con le nostre mani in partenza avendo la presunzione di poter infilare un programma cosi tanto ricco di cose da fare e chilometri da percorrere in sole due settimane con la variabile delle moto a noleggio che si sa...difficilmente possono essere sicure ed affidabili come le nostre.
E' vero...cosi tante sfortune, cosi tanti contrattempi, cosi tanti piccoli e grandi guai era impensabile che si sarebbero incastrati tutti quanti nello stesso momento ma tant'è...è andata cosi.
Come sempre la cosa più importante è aver portato a casa risate, esperienze forti, paesaggi spettacolari, incontri con uomini e donne speciali e diverse da quelle che siamo abituati ad incontrare nella vita di tutti giorni, ma soprattutto è importante che abbiamo portato a casa le ossa esattamente ordinate come erano prima di partire.
Torniamo in Italia con un pò di amaro in bocca per aver avuto a che fare con un pò di persone che hanno voluto approfittare del nostro status di ricchi turisti, che non si sono fatte scrupoli a lasciarci in cima ad una montagna con una moto rotta solo perchè a loro faceva comodo cosi, che sono arrivate a chiederci cento dollari per una chiave inglese di 16 solo perchè ne avevamo estremo bisogno.
Questa sensazione di amaro però non ci fa dimenticare chi ci ha accolto sotto il tetto della propria tenda offrendoci poco, ma comunque tutto quello che poteva. Senza volere un soldo. Chi ci ha sorriso, chi si è sbattuto per comprendere la nostra cartina e ci ha dato indicazioni a cazzo (ma comunque ci ha provato),chi ci ha invitato a bere latte di cavalla fermentato, o l'ennesimo chai, chi la sera saliva su uno sgabellino malfermo per svitare una lampadina in salotto ed avvitarcela in camera.
Quest'anno siamo arrivati alla partenza tutti troppo in riserva di energie, forse scarichi, forse anche un pò impreparati e poco concentrati. E questi non sono viaggi nei quali puoi permetterti impreparazione e leggerezze, come dimenticarti una camera d'aria o una chiave di 16 per smontare le ruote.
Perchè la sfiga ti osserva sempre. Come Sauron.
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