venerdì 15 agosto 2014

SFINITO

Comincio ad avere voglia che tutto questo finisca. Davvero.
E vi spiego anche perchè...
Oggi abbiamo un altro giorno da fare sulle tracce lasciate all'andata. Questo perchè data la conformazione delle strade kirghize, per andare da ovest a est, quindi dalla strada che va in Pamir alle zone centro orientali del Kirgizistan, tocca passare quasi per forza da Kazarman a meno di andare ad infrattarsi in improbabili deviazioni sconosciute tra le montagne.
Stavolta vorremmo, dandoci una mossa, cercare almeno di non fermarci proprio a Kazarman dalla signora ossessionata dalle nostre tute sporche e polverose. Vorremmo tirarci un pò il collo ed arrivare fino a Baetov, per poi prendere domani una deviazione che so essere molto bella fino a Tash Rabat.
Il casino iniziale è seguire la principale arteria stradale del paese (la M41 che va dal Tajikistan fino a Bishkek) tra Osh e Jalal Abad: il casino è dovuto al fatto che le due città sulla cartina si trovano una sopra l'altra, ma in mezzo ci sta l'Uzbekistan e l'anno scorso seguendo il gps finimmo in mezzo alle campagne dispersi nei villaggi perdendo un mare di tempo.
Stavolta però non mi faccio fregare e invece di seguire il navigatore nel punto in cui mi dice di svoltare chiedo indicazioni e tutto fila liscio. Evvai.
Imbocco felicemente anche la svolta per Kazarman. Evvai.Siamo in perfetto orario.
La solita pista (questa è la terza volta che la affrontiamo in due anni) che porta al passo Kaldaman e poi c'è Kazarman. Siamo in perfetto orario.
C'è molto caldo e molta polvere, lascio andare avanti Stefano e Giacomo. Tanto siamo in perfetto orario, me la prendo con calma.
Tanto siamo in perfetto orario.
Psssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssss.
CAZZO!!!
Con la ruota anteriore urto un sasso piantato per terra e la gomma mi si sgonfia in 2 secondi.
NOOOOOOOOOOOOOOOO!! No Simone, no!!!
Suono il clacson all'impazzata cercando di farmi sentire da Giacomo che è 200 metri avanti a me ma non mi sente. Parcheggio la moto in mezzo alla pista imprecando tutti i santi di almeno 4 religioni diverse...non mi resta che aspettare che si accorgano della mia assenza e sperare di riuscire a mettere una toppa.
Fa caldo e la mia camelback è più o meno a metà, ho circa mezzo litro di acqua da gestire quindi aspetto a bere anche se adesso una bella coca ghiacciata ci starebbe da dio.
Smonto i bagagli e aspetto. Aspetto. Rumore di moto, è Giacomo.
E aspettiamo. Aspettiamo.
Rumore di moto. E' Stefano.
E intanto è passata quasi un'ora, ma visto che abbiamo bagagli ristretti ed attrezzi suddivisi tra tutti prima di iniziare a smontare la ruota serviva riunirsi.
Peccato che non abbiamo la camera d'aria necessaria, sacrificata giorni fa per fare una guarnizione. E peccato che in tutto il casino di questo viaggio non mi sono fatto dare la trousse con gli attrezzi, e quindi non abbiamo la chiave inglese giusta per smontare la ruota davanti.
Fortuna che di qui un pò di macchine passano e dopo un pò troviamo quelli che hanno la chiave di 16 per svitare il bullone. Tric trac, in pochi istanti abbiamo la ruota in mano e con le leve smontiamo copertone e camera d'aria. I buchi sono due, per questo si è sgonfiata in un istante.
Piazziamo la toppa con il mastice, gonfiamo un pò e...tiene. Che fighi che siamo!!
Il caldo è bastardo, l'acqua poca e la strada da fare un sacco...continuo a fare economia bevendo solo piccoli sorsi.
Per sollevare l'anteriore della moto e rimontare la ruota chiediamo aiuto a 3 tizi con un furgoncino che ci danno una mano e soddisfatti finiamo il lavoro. Peccato che la ruota sia già scesa parecchio di pressione...la toppa non ha tenuto. Senza nemmeno guardarci in faccia sappiamo già cosa fare: passaggio furgone!! Doppietta per me...
Gentilissimi e senza fare storie (del resto vanno nella nostra stessa direzione) i tizi kirghizi ci aiutano a caricare e legare la moto in mezzo ad angurie e meloni fissandola contro la sponda sinistra. Io butto bagagli e vestiti e mi accomodo nel cassone pronto ad affrontare i 75 km che mancano a Kazarman. E Baetov è già un miraggio...
Passati pochi minuti comincio a rendermi conto che sarà un pomeriggio complesso per me...questo furgoncino, uno Hyundai Porter poco più grande di quello che mi ha scarrozzato la settimana scorsa, è rigido come una Ferrari F40 e so benissimo che la strada fino al passo e per almeno 20km dopo di esso è un disastro per mezzi che non siano moto. Infatti dopo neanche 5 km uno scossone più forte degli altri fa chiudere il cavalletto e sbattere la moto contro la sponda.
Urlo. Bestemmio. Si fermano e capiscono che se le angurie possono sbattere tra di loro, io non sono disposto a farlo. Rileghiamo di nuovo la moto più saldamente e metto il materassino da campeggio di Giacomo tra il serbatoio e il fianco del cassone.
Ma far stare ferma la moto su quella strada è un'impresa, e io non voglio distruggerla per due motivi: questa che ho preso da Patrick a Osh non ha la kasko e gli eventuali danni li pago io e soprattutto rimangono ancora 3-4 giorni di viaggio e io voglio farli tutti. Quindi...forza e coraggio e stringere i denti.
La tattica è: con l'anca sinistra tenere spinta la moto sul cavalletto laterale, con la mano sinistra tenere in posizione il materassino che continua a scappare via, con la mano destra tenere il manubrio girato verso destra in modo da evitare che la leva della frizione ed i blocchetti elettrici si spacchino contro la sponda.
Solo che: lo sforzo, il nervosismo, la sete, il caldo, gli insulti al conducente che continua a guidare come se io non fossi nel suo ca..o di cassone ad un certo punto mi mandano un in corto circuito e mi fanno venire meno le energie. Mi gira un pò la testa.
Arrivati in cima al passo ci fermiamo un momento. Stefano mi aspetta ed è in compagnia di una donna anche lei in moto: è straniera ma parla un buon italiano, e come è giusto che sia mi prendono in giro. Ci mancherebbe altro, farei uguale!! Tiziana (scoprirò solo tra molte ore come si chiama) come un angelo sceso dal cielo mi allunga una bottiglia con tre dita di acqua e limone che comincio a centellinare come le poche gocce di acqua della camelback. Ho una sete che mi berrei l'acqua dei fossi...
Lampo di genio: accendo il gps della moto per vedere quanto manca. E mi viene un colpo...52 km...non posso farcela anche se so già che non ho alternative a tenere duro.
Alternando qualche minuto in piedi, qualche minuto in ginocchio, qualche minuto accovacciato sempre abbracciato alla moto con tutte le forze mi faccio sbattere di qua e di là per un tempo del quale perdo il conto. Urlando come un pazzo quando mi fanno saltare (ci sono momenti in cui entrambe le ruote della moto si staccano dal cassone), lanciandogli cose prese a caso contro la cabina per farli rallentare.
E devo dire che le bestemmie in italiano paiono funzionare anche nei paesi mussulmani, perchè ogni volta per qualche minuto mi ascoltano.
Questa è certamente la giornata in cui mi sono guadagnato un posto all'inferno. E' brutto da dire, ma io invito chiunque a trovarsi in una situazione simile e rimanere composto.
Giacomo Stefano e Tiziana sono spariti all'orizzonte da tempo, del resto non potevo chiedere loro di farsi tutti questi 80km appresso al furgone a 15 all'ora. Certo che però quando in cima ad un monte l'autista accosta ed inizia una retromarcia contro una sponda di terra ed intuisco che sta per iniziare il gioco dei soldi, averli con me mi avrebbe fatto sentire meglio.
Dicevo...retromarcia...parte un "che ca..o fai??" sparato a molti decibel. Questi scendono e fanno gesti che loro si devono fermare li (li...in cima ad un monte con niente intorno, cosa mai dovrete fare li?), che mi scaricano la moto e poi io chiamo i miei amici e mi faccio venire a prendere. A 42 km da Kazarman.
Si certo.
Io continuo ad insultarli, certamente di quello che dico loro capiscono solo "Kazarman" ed è meglio cosi...fatto sta che gli faccio capire che qui soldi non ne ho (seeeeee infatti) e se li vogliono devono portarmi dalla signora Baktygul Chorobaieva detta "rage against the dust" (furia contro la polvere). Sorprendentemente abboccano, ma il fatto che ridacchino tra di loro mi fa venire voglia di finirli ad anguriate. Ma meglio stare buono...in mezzo al nulla e 3 contro 1...
Dopo altre 3-4 soste per chiedermi quando do loro i soldi (ahò ma siete duri eh? da Furia dobbiamo andare!) riesco a trascinarli alla guesthouse dove lascio condurre la trattativa a Stefano, Giacomo, Tiziana (un pò di femminilità aiuta sempre) e il figlio adolescente di Furia. Me la cavo con 50$.
Acqua. Acqua. Mi attacco alla bottiglia e la faccio fuori mezza con il primo sorso.
Stefano mi dice che ha trovato un gommista che ripari subito la gomma (saranno almeno le 19.30) e per lasciarmi respirare un secondo parte a spingere la moto di là dalla strada nonostante sia bucata e pesantissima da portare. Quel gommista ovviamente ha già chiuso ma fortunatamente ce n'è uno a 200 metri...che sembrano 2km. Spingiamo in tre ma siamo talmente tanto sfatti che ci vuole un secolo.
E il gommista si presta si a riparare la camera ma a patto che tutto il resto del lavoro di montaggio e smontaggio lo facciamo noi...Ste come al solito si fa carico del grosso del lavoro (è la sua la virtuale tuta da meccanico del viaggio), Giacomo limita i movimenti al minimo in preda al dominio del suo intestino, io sono cosi stanco che non capisco veramente niente. Devo sedermi continuamente perchè mi cedono le gambe.
In più il gommista ad un certo punto ci molla perchè il muezzin chiama, deve andare a pregare. No vabbè...
Siamo tutti stanchissimi, è tardi, dobbiamo ancora cenare e lavarci. Serpeggia nervosismo anche tra di noi ma è normale...
Quando finalmente l'ultimo bullone è stretto è buio...io ho solo la forza di rivolgere due parole a Tiziana,fare una doccia, bere tre cucchiai di brodo e una forchettata di riso prima di soccombere alla stanchezza e andare a letto.
Non sono mai stato cosi sfinito. Un'altra giornata prosciugante per energie fisiche e nervose ma anche stavolta l'abbiamo risolta.

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