venerdì 15 agosto 2014

TRE + UNO

Tiziana è splendida.
Una splendida donna di età che non chiediamo perchè siamo degli elegantoni ma stimiamo tra i 40 ed i 50, che viaggia da sola in moto con un giubbotto di pelle consumato, jeans impolverati, casco da aviatore, scarpe da ginnastica e guantini di pelle con le dita tagliate.
Olandese ma con trascorsi di vita in Italia (per questo parla la nostra lingua) non è che viaggia solo in moto per diletto...lo fa proprio di mestiere accompagnando gruppi di olandesi in Pamir ed in India.
Ed è sorridente, divertente, ci prende in giro e si lascia prendere in giro. Come se tutti ci conoscessimo da più di qualche ora.
La convinciamo a venire con noi fino a Tash Rabat, che non era esattamente la sua destinazione ma quando ti ricapita più di guidare con tre aitanti muscolosi stalloni italiani? ahahahahaha
Vabbè, probabilmente ha solo poca voglia di girare tra le montagne da sola.
Soliti 140km di pista veloce e polverosissima tra Kazarman e Baetov. E tre volte che la faccio. Appunto numero 37 sul libretto della sfiga, un'ape mi punge sulla gola. Devo aver fatto qualcosa per far incazzare il mio karma durante questo 2014.
A Baetov sosta benza e poi via per la pista di 70km che sogno da 2 anni: prima avevo visto foto spettacolari in un report di viaggio di Sambor, poi l'anno scorso il russo matto di Tash Rabat ci aveva detto che dovevamo farla assolutamente ma non siamo riusciti per mancanza di tempo. Quest'anno, nell'anno maledetto, va a finire che ci riesco.
Bella è bella, si arrampica veloce sui margini della vallata di Baetov dandoci un punto di vista diverso sulle piste polverose che uniscono Naryn a Kazarman. Compaiono, nell'aridità del paesaggio, vette innevate e macchie di verde.
Ci fermiamo spesso per fare foto ed aspettarci, e quando raggiungo Stefano e Tiziana il Fassun mi gela con un "la mia moto non va più!.
Mi si ferma il cuore.
"Guarda ha cominciato a fare un tam-tam-tam dal motore e non va più". Poi scoppi a ridere, non è vero...
Cretino!! ma sono troppo sollevato per scendere dalla moto e riempirlo di calci con gli stivali da enduro con la punta di ferro, per cui ripartiamo tutti insieme e gustandoci la  strada facile e panoramica che sfiora anche una mandria di yak che mi guardano con faccia fessa.
Dopo tanti chilometri riesco anche a mettermi alle spalle la paura di forare di nuovo, la paura che ogni sasso mi sia fatale. Del resto Tiziana, che guida anche lei una moto noleggiata a Osh da Patrick, ha con sè tutto il kit di camere d'aria di ricambio che io non mi sono fatto dare, per cui sono comunque più rilassato.
Sbuchiamo sulla strada asfaltata che da Naryn porta in Cina, esattamente di fronte alla pista per Tash Rabat. Volevamo assolutamente far vedere il caravanserraglio, antica tappa sulla via della seta a Stefano che però non ci dà grande soddisfazione visitandolo in 4 minuti e liquidandolo come un ammasso di pietre. Tzè...insensibile!
Però siamo tutti sensibili alla "scalata" in moto del pendio della montagna alle spalle del forte, cosa che l'anno scorso non avevamo fatto!! Parte Giacomo che però a metà si ritira perchè la sua moto non ce la fa a salire neanche in prima, parte Stefano che sgasando e ansimando ce la fa, parte Tiziana che va su in scioltezza, e salgo io che mi ritrovo a saltare su mucchietti di terra per evitare le temibili buche delle marmotte.
La vista da quassù è spettacolare, e noi italiani non siamo abituati ad avere la libertà di poter scorrazzare ovunque con le moto senza che da una tana di marmotta esca un poliziotto della forestale a sequestarti il mezzo.
La notte vogliamo passarla nell'accampamento di jurte di Juri, il russo matto di cui sopra che l'anno scorso aveva attaccato una pezza infinita a me Giacomo e Andrea e al quale avevamo promesso che saremmo tornati.
Detto fatto.
Ma non ha posto. Mavaff...Rapido consulto, Tiziana dorme nell'unico letto disponibile in jurta, noi 3 veri stalloni (ehm) nelle tende anche se si prevede una notte gelida qui a quasi 3000 metri tra le montagne. Ma il dado è tratto, si fa.
Installato il campo base diamo inizio al casino: da bravi italiani ci facciamo riconoscere ridendo a squarcia gola, facendo casino, sfottendo Tiziana, bevendo birra, recuperando un pallone ed inscenando un basketball playground d'alta quota approfittando di un canestro di fortuna fissato ad una jurta.
A cena si aggiunge al nostro scassato gruppo Diana, una ragazza kirghiza che è qui come guida di turisti spagnoli. Prima timida e riservata, la sua compostezza si sgretola davanti ai sorrisi di Tiziana che le fa da spalla e alla molesta energia di Fassone (al quale ore prima ho dato uno di quei bibitoni energetici per sportivi perchè si sentiva debole ed ora è indiavolato come se avesse tirato 3 etti di coca purissima).
Party after dinner fuori al gelo perchè le comitive di vecchietti in gita devono mangiare e qui si fanno due turni di cena, fuori la bottiglia di vodka per provare (inutilmente) a scaldarsi.
Diana è tosta anche se chiusa in un corpicino minuscolo, e dopo una lunga serie di battute italian style riusciamo a strapparle un "italian men are fun, and really self confident...they are the best men".
VAMOLA' E PORTA A CASA!!
Stefano si fa trascinare alle danze in mezzo a signore di quarta età ed in evidente sovrappeso, con musica indegna anni '80 sparata dalle casse dei pullmini parcheggiati ai margini delle tende, io e Giacomo siamo più timidi e riottosi a questi riti selvaggi.
Ed è tutto molto kitsch e strano...pensarci qui nel mezzo del nulla a far casino ed essere richiamati al silenzio da un vecchio con un buffo cappello a forma di becco di ornitorinco.
E poi sopraffatti dal freddo rinchiudermi in tenda con El Pastelero sperando per una volta che il suo intestino riscaldi l'ambiente, infilandomi nel sacco a pelo con tutto quello che la mia borsa offre giacca antipioggia inclusa e cappello di lana in testa.
Sapendo che sulle nostre teste continuano a girare in lenti cerchi gli avvoltoi che sperano di mangiare ghiaccioli umani domani mattina.
Tiè!

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