venerdì 15 agosto 2014

SALTA ANCHE IL SONG KOL

Siamo sopravvissuti alla notte ma alla mattina non so...al di fuori dalla tenda nella quale si è creato un microclima accettabile il tempo è bigio e ventoso.
E alle 7 pure assai freddo. Nonchè preoccupantemente scuro nella direzione verso la quale dobbiamo dirigerci, cioè Naryn e poi il lago Song Kol.
Colazione veloce, baci ed abbracci con Tiziana che parte prima di noi e chissà se rivedremo mai, smontaggio campo tendato in fretta e furia perchè appunto fa freddo. Vestirsi ancora più alla svelta perchè...fa freddo.
Io ho ancora indosso tutti i vestiti pesanti (meno di quello che mi servirebbe adesso a dire il vero...), aggiungo i pantaloni antipioggia perchè fatti pochi chilometri in direzione Naryn il cielo promette ciò che a  breve manterrà: acqua.
Guidando sempre a 80 all'ora sotto una pioggia fitta ma non fittissima ognuno di noi rimugina su quel che prevede per il resto del giorno e mezzo che ci rimane. Ne discutiamo a Naryn, bagnaticci ed infreddoliti, davanti ad un tè caldo e un pollo pseudo-fritto: io e Giacomo che abbiamo avuto la fortuna di aver già visto il lago l'anno scorso e che sappiamo bene le condizioni della pista e le problematiche in caso di pioggia siamo abbastanza restii a salire fino ai 3000 metri dell'altopiano.
Stefano d'altro canto vorrebbe andare, e lo capiamo perfettamente: sono mesi gli raccontiamo meraviglie riguardo al Song Kol, passargli a 70km e non andarci pare follia anche perchè non stiamo parlando di un lago in Francia che se non vede oggi vede tra due mesi.
Prendiamo una decisione a metà, molto salomonicamente: ci dirigiamo verso nord, direzione che va bene per entrambi i programmi perchè se il tempo migliora dopo 50 km si imbocca la prima pista che porta al Song Kol, oppure si può rimandare al km 80 quando inizia l'altra strada oppure tirare dritto fino a Kochkor, cittadina che sta a metà strada con Bishkek (meta conclusiva del viaggio, domani).
Ma il tempo non migliora...anzi...
Via via che maciniamo chilometri su un asfalto tormentato dalle buche (e macchine che fanno lo slalom incuranti di noi che proviamo a sorpassarle) il tempo si fa sempre più cupo e la decisione di abortire il lago diventa ovvia.
Tra noi e Kochkor si para a questo punto un passo da 3000 metri, ma dalla cartina non dovrebbero esserci noie perchè da come è segnata la strada pare un asfaltone veloce.
Giammai.
A parte i camion stracarichi che passano da qua provenienti dalla Cina e diretti verso l'Asia Centrale, a parte le macchine già citate che vanno forte e si muovono a caso come in un videogame, a parte i perenni lavori in corso e le buche, si aggiungono al divertimento della giornata:
- gli ultimi 500 metri prima del culmine del passo un fango rossiccio e scivoloso come olio che costringe i camion a fermarsi tutti e salire uno alla volta scortati da dietro da un bulldozer pronto a spingerli in caso iniziassero a scivolare all'indietro
- un gigantesco temporale che rende metà cielo completamente nero, tuoni, lampi. Se questo ci piglia quassù sono guai.
Fortunatamente riusciamo a superare senza intoppi i 500 metri di Borneo fangoso e ad evitare disastri pluviometrici. Anzi...a goderci lo spettacolo di un cielo per metà diabolico e metà sereno, con sullo sfondo cime di almeno 4000 metri ricoperte da uno strato luccicante di neve freschissima.
Entriamo in Kochkor infangati ma ormai semi asciutti (pozze d'acqua negli stivali a parte), dispiaciuti di non aver potuto vedere il Song Kol ma consapevoli che almeno stavolta ad impedircelo è stata la natura e non la sfiga.
PS: il temporale ci ha raggiunti poi ore dopo quando stavamo godendoci il wifi in camera: acqua a secchiate, grandine, black out di 2 ore. Meglio non averlo preso a 3000 metri eh??

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