domenica 13 agosto 2017

Ci si vede a Kyrgyzstan

Il giorno di abbruttimento a Naryn ci è servito non solo per stabilire chi è il più forte nei 100 metri ma anche per fare il permesso per il lago Kel Suu, una meraviglia incastrata tra le montagne del Tien Shan a pochi chilometri dalla Cina. E’ da quando abbiamo visto un bellissimo video su Youtube questa primavera che smaniamo per venirci, e ora siamo a soli 136 chilometri dalle sue acque turchesi.
Però, c’è un bel però. Il meteo.
Qua non siamo in Tajikistan dove l’aridità limita le precipitazioni estive a quasi zero…il passaggio tra un paese e l’altro a pochi chilometri da Sary Tash rende chiaramente l’idea della differenza climatica dei due paesi. Venendo dal Tajikistan e superando il passo Kyzyl Art si passa dalla desolata aridità ai pascoli rigogliosi, dalla roccia nuda alle foreste di abeti. Il Pamir è un formidabile spartiacque climatico.
Il lago Kel Suu è a  3500 metri di altitudine, è impensabile andarci nei prossimi due giorni nei quali hanno messo pioggia e temporali perché il rischio, oltre che rovinarsi la giornata, è che lassù nevichi. E comunque le acque turchesi del lago con il maltempo sarebbero grigie…
Dopo lunghe discussioni, piani ed ipotesi, decidiamo di non rimanere un altro giorno fermi a Naryn a fare la muffa ma di spostarci verso nord est lungo la sponda meridionale del lago Yssyk Kol fregandocene dell’eventuale maltempo perché tanto è tutto asfalto, da li tentare di fare un passo di montagna bello tosto (il passo Tosor) che ci riporterebbe dopo un paio di giorni di nuovo a Naryn, per poi sfruttare gli ultimi giorni del nostro viaggio che dovrebbero essere baciati dal sole (grattata di balle) per fare il Kel Suu.
Circa a metà dei 280 km che ci separano dal villaggio di Tosor (dove parte la pista per il passo) scorgiamo in lontananza un uomo capelli lunghi e camicia che si sbraccia in mezzo alla strada. E’ Cristiano, il Master of Puppets del Kirgizstan! Quello che due giorni fa da Milano organizzava l’appuntamento con Xenia per lo scambio della gomma. Con lui ci sono la sua compagna Sabrina, e Wizz che è partito dall’Italia due mesi fa con la morosa e che sta andando in Mongolia. Wizz è un matto (ma matto vero, visto che è andato a Capo nord in moto a febbraio) e nonostante sia molto giovane è già una celebrità tra i motociclisti viaggiatori italiani.
Insomma…. ’sto kirgizstan è veramente microscopico! Continuiamo ad imbatterci in amici, conoscenti, ad incontrare in luoghi diversi sempre le stesse persone (tipo Joshua, incontrato stamattina per la terza volta a 600 chilometri da dove lo avevamo visto giorni fa). Sembra una festa più che un viaggio.
Dopo i reciproci auguri di proseguimento ognuno per le proprie mete, io e Giacomo constatiamo felicemente che il maltempo ce lo siamo lasciati alle spalle e che davanti a noi il cielo è sereno e la temperatura una volta raggiunte le sponde dell’immenso Yssyk Kol è finalmente piacevole.

La nostra felicità, è superfluo dirlo, durerà circa i 18 minuti necessari ad un nerissimo fronte temporalesco per inseguirci e raggiungerci riducendoci a crostini di pane ammollati nella zuppa

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