La serata ad Osh la passo ad organizzare in una chat a tre
con Cristiano (che sta a Milano) e Xenia (che sta accampata a 40 km da
Kazarman) il trasporto di una gomma di ricambio.
Xenia e Martin stanno viaggiando per il mondo con le loro
moto e la ruota posteriore di Martin dopo 22000 km è definitamente morta,
Cristiano sa che stiamo andando in quella direzione e ci mette in contatto e la
mattina partiamo con la ruota legata sopra ai nostri bagagli.
E con Davide (non legato sul portapacchi ma sulla sua moto),
incontrato ieri dal meccanico e tra una chiacchiera e l’altra nel pomeriggio e
a cena che decide di aggregarsi a noi. La sua Transalp ha pagato dazio alla
putrida benzina uzbeka a 80 ottani che ha imbrattato candele e carburatori, e
questo inconveniente gli è costato 3 giorni di viaggio e la possibilità di
toccare le alte quote del Tajikistan.
Ci smazziamo i soliti caldi, trafficati e puzzolenti di smog
chilometri da Osh a Jalal Abad e riesco a rimediare una multa di 6 dollari perché
guidavo come un pazzo (86 all’ora con limite 50 su una strada grande come una
autobahn tedesca). Ovviamente i 6 dollari sono finiti nelle tasche del
poliziotto, senza verbale….
Nel frattempo incontriamo un gruppo di svizzeri con auto di
supporto al seguito, fanno parte dell’organizzazione che ieri sera ha portato
la ruota di Martin alla nostra guesthouse e visto che vengono nella nostra
stessa direzione insistono nel caricarla sul pickup.
Davide non ha esattamente confidenza con lo sterrato ed è in
super ansia per la pista di 90 km che culmina a 3000 metri sul passo Kaldama. Noi
procediamo tranquilli fermandoci ogni tanto ad aspettarlo, e gli dice bene che
rispetto a 4 e 3 anni fa quando siamo passati di qui la strada è migliorata
clamorosamente. Fosse stata cosi non avremmo sudato 70 camicie a farla sotto il
diluvio con i GS, e l’hanno dopo probabilmente non avrei bucato ritrovandomi
con la moto sul cassone di un camion ad impazzire per tenerla stretta e non
demolirla e morendo di sete per 4 ore sotto il sole cocente.
Arriviamo a Kazarman con un temporale che ci ronza sopra la
testa, puntando dritti alla indimenticabile guesthouse della pazza per il
pulito, la signora Baktygul Chorobaeva che in occasione della nostra prima
visita ci rimbalzò dicendo che era al completo. Forse solo perché diluviava ed
eravamo bagnati zuppi e coperti di fango? Il sospetto ci rimarrà
forever&ever.
Ieri addirittura sapendo che saremmo dovuti venire qui ho
fatto lavare la tuta in lavanderia ad
Osh! Sono un figurino (un tanto impolverato ma sul grigio non si nota) ma
purtroppo il gruppone svizzero ha prenotato tutto. Mannaggia la peppa! Mentre molto
gentilmente la signora chiama un’altra guesthouse che possa ospitarci, ci viene
incontro….Martin! Ci riconosce lui dalle moto (probabilmente gliele ha
descritte Cristiano) e rimaniamo d’accordo di incontrarci più tardi per una
birra.
Birra che lui e Xenia ci porteranno per ringraziarci di
esserci prestati al trasporto della gomma (maledetti noi che l’abbiamo lasciata
al pickup, quelli nonostante viaggiassero scarichi e su moto leggere
arriveranno molto più tardi di noi)….Xenia è un fiume in piena di parole e
piano piano Davide e gli altri motociclisti italiani che sono li con noi
fuggono per far riposare le orecchie!
Io invece mentre sono li con Giacomo, Martin e lei riesco
solo a pensare “porca put…miseria quanto vorrei aggregarmi a loro, Cristiano,
Sabrina Joshua e Sinje per attraversare la Cina e andare a fare la Karakorum
Highway in compagnia di questa banda strana di inglesi, svizzeri, italiani e
tedeschi che parla a raffica e che vive per viaggiare in moto.
Uffffffffffffffffffff
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