L'ultima notte trascorsa ad Chalten, nonostante la grande stanchezza di tutti per il trekking alla Laguna Torre (24 km di cammino tranne che per me e la Simo che ci siamo fermati a 20), è stata di poco riposo per tutti. Il maltempo della sera si è trasformato in una violenta tempesta di vento che con il suo ululato ci ha tenuti svegli per ore.
Al suono della sveglia il vento è ancora tremendo, soffia fortissimo e a questa violenza somma raffiche ancora più feroci. Ci guardiamo in viso chiedendoci come faremo ad affrontare i 220 km (per fortuna tutti asfaltati) che ci separano da El Calafate.
Fortunatamente alle 9.30 il vento cala un pò, lasciando in dote un cielo azzurro e sgombro di nuvole, non prima però di aver attentato ad una tibia della Simo che è rimasta in mezzo ad una portiere del furgone chiusasi per una folata (niente di serio mamma Edies, solo una botta che ora fa già meno male!).
La strada che ci attende dovrebbe essere monotona, tutta dritta e dal fondo perfetto. Ci pensa però il vento a darci qualcosa di cui preoccuparci: ricomincia a soffiare forte, anche se non forte come la notte prima, costringendoci a viaggiare con le moto inclinate per contrastarlo e facendoci avanzare come marinai sulla terra ferma.
Dopo una brevissima sosta alla Estancia La Leona, mitico luogo di ristoro sulla Ruta 40 riprendiamo a viaggiare "di bolina" nel solito scenario tipico della Ruta: distese di cespugli alti mezzo metro a perdita d'occhio, montagne aride, nessun albero in vista, canyon, gole, ecc...i colori che dominano lo sguardo a 360 sono il marrone ed il giallo, rotti solo dal grigio dell'asfalto.
In questo infinito plateau brullo e desolato si incastona come una pietra preziosa il Lago Argentino, che si apre alla nostra vista in lontananza: una macchia turchese (qualcuno ricorda l'azzurro dei pennarelli Carioca, suggerisce la Simo?) lunga decine e decine di chilometri, punteggiata da qualche raro iceberg che va alla deriva sospinto dal vento. E' allucinante la visione...siamo nella pampa più arida, eppure davanti a noi galleggiano gli iceberg...prodigi e misteri della Patagonia...
Costeggiamo il lago per chilometri e chilometri, abbagliati dal blu intenso che contrasta il colore della terra, ed entriamo in parata ad El Calafate, vera e propria città (l'unica di queste dimensioni nel raggio di centinaia di chilometri) con tanto di aeroporto e casinò.
Ci sistemiamo in albergo, svuotiamo il furgone di tutto e saliamo su (sempre stile carro bestiame) per andare a vedere il celebre ghiacciaio Perito Moreno, a 80 km dalla città.
Vi posso garantire che, seppure questo ghiacciaio ognuno di noi lo abbia visto decine di volte in documentari, telegiornali ecc...niente vi può preparare all'impatto che si ha arrivando alla piazzola che lo sovrasta. E' un colosso lungo chilometri e chilometri, largo 4 o 5, che scende dai monti che lo dividono dalla calotta glaciale dello Hielo Sur. La sua superficie per qualche motivo a me sconosciuto è interamente ricoperta da un labirinto di crepacci e seracchi dai colori che vanno dal bianco, al blu cobalto, al blu intenso del ghiaccio più antico che si trova alla base...
Lo spettacolo è mozzafiato, la sua massa pare schiacciare le persone ed incute rispetto...saltelliamo da un mirador all'altro per cercare l'angolo migliore dal quale fotografarlo, ma è talmente "tanto" che non si sa da che parte prenderlo...rimaniamo quindi per un paio d'ore a rimirare i continui piccoli crolli di ghiaccio, che si abbattono con un rumore assordante nelle acque sottostanti, ed abbiamo anche la fortuna di assistere e fotografare al crollo di un blocco immenso annunciato dal nostro profeta Matteo.
Sulla lunga strada del ritorno ho il tempo di riflettere tra me e me su tutto quello che abbiamo visto e provato in questi primi 12 giorni di viaggio, e mi rendo conto che sono troppe le immagini, le emozioni, i paesaggi, le risate, i momenti di complicità e condivisione, per poter stabilire con certezza quale cosa mi ha colpito di più.
Penso che mi servirà tempo per elaborare tutta questa meraviglia e per realizzare quello che stiamo facendo...per ora appare ancora tutto come un sogno...
Qui le foto:
http://picasaweb.google.it/simonevallieri/PatagoniaRaidDaElChaltenAElCalafate#
Penso che quando sarai a casa ripercorrerai il viaggio, ma ti sarà difficile trovare cosa ti avrà colpito di più, in quanto è tutto così straordinariamente diverso dal nostro mondo giornaliero...Alle ragazze, a fine viaggio, dovrete ben di più che un semplice ringraziamento multimediale.
RispondiEliminache bagaglio di emozioni che porterete con voi.. bellissimo Simo, bravo!
RispondiEliminaimmagino la messa cantata della Simo x l'attentato alla sua tibia............
.... al vento non bisogna resistere ma appoggiarvisi .....
RispondiEliminaeheh non facile però.
Ho percorso un breve tratto della ruta 40 nei pressi di S.Rafael, e già mi è sembrata meravigliosa.
Questa Argentina, che conosco solo per il mio lavoro a Buenos Aires e Paranà, mi appare dai tuoi occhi come un luogo meraviglioso indispensabile da vedere e da vivere.
Le orme dei miei cari amici Gionata ed Miriam che vi anno preceduto non i hanno dato le stesse tue/vostre sensazioni.
Alti modi di viaggiare, altre mete, ma l'importante è la serenità che ( normalmente ) il viaggio da al viaggiatore.
Buona fortuna Viaggiatori.
Un saluto.
Fabrizio
Le orme dei miei cari amici Gionata e Miriam che vi hanno preceduto non mi hanno dato .......
RispondiEliminaa volte le lettre saltano .....
un po' come le idee ....... ehehe
Fabrizio
Ragazzi!! Che emozioni proviamo a leggere i capitoli della vostra storia!! Abbiamo aperto tardi vs.sito, per ignoranza nostra sulle possibilità di un Blog, e ora è come un libro che non possiamo mettere giù!!!! Bravissimo l'autore principale, Simo, che scrive veramente ma veramente bene. Vi seguiamo con entusiasmo, contenti (e un pò (tanto!) invidiosi!!) che state vivendo queste emozioni cosi forti create dalle naturali forze della natura, visive e fisiche, sentendo tutto sulla vostra pelle e attraverso vostri occhi. Un bacio a todos, e un extra special one alla nostra Jessi. HAPPY DAYS & RIDE SAFELY!!!! Jane (& Claudio)
RispondiEliminaCiao pinguini!!!!!
RispondiEliminaE' la prima volta che riesco ad approdare ad un pc non controllato quindi vi auguro Buon Anno ancora una volta e vi aspetto a casa per i racconti. Baciiiiii.
Ilaria
Ciao Simo & Simo!!! O meglio Cerro Verro!!! Sei veramente un grande, adesso bisogna trovare un nome anche per la Simona!!! Scrivi veramente da dio, ripeto che ci trasmetti grandi emozioni con i tuoi racconti... Buon proseguimento, noi continuiamo a seguirti, spero poi quando tornerai di conoscerti presto di persona!!! Ciao! - The President Verro - (Michele Rossi)
RispondiEliminadopo 3 giorni in cui mi ero nascosto al "colle del sole" ( e sai bene che internet lì non esiste)rientro in ufficio e riesco a leggerti, finalmente.
RispondiEliminastraordinario UAG!.... il tuo report scorre come il migliore dei documentari......vi vedo e, quando il vento non soffia così forte, quasi vi sento ridere.
"ventoneicapelli"
Ma Vero.......che bella giacca!!!!!!!!!!! Mi portate a casa una punta di iceberg?
RispondiEliminaSIMO