giovedì 27 luglio 2017

Il viaggiatore scalzo

Ho fatto un rapido calcolo mentale della geografia di questa parte del mondo, e se non mi sbaglio le ciabatte di Giacomo tra qualche mese potrebbero impaludarsi in quel che resta del lago d’Aral
.
Ma andiamo con ordine….

Ripartiamo malvolentieri che già si suda brutto prima delle 10, costeggiando il lago Toktogul per diverse decine di chilometri. La strada è magnifica (la strada, non il solito asfalto ondulato) e ci regala scorci pazzeschi di acqua blu con sfondo di montagne aride giallo\marrone.
Che fa caldo l’ho detto? Si…e me lo sentirete dire ancora molte volte perché veramente non si respira nonostante non scendiamo mai sotto i 1000 metri di quota. Oggi ci siamo posti come obbiettivo la riserva naturale con il lago Sary Chelek che ci è stato caldamente consigliato da uno dei proprietari dell’hotel di Bishkek, un lago che my friend is like to be in The King of the Rings….Lord….Lord of the rings.
Tutti carichi di aspettative insistiamo sotto il sole per 250km fino ad arrivare all’ingresso del parco (che doveva essere dalle informazioni di Emil intorno ai 2000 metri ma qua stiamo ancora a 1100 e stiamo a schiattà). Gli ultimi 20 km sono tutti sterrati (evviva la moto adesso è sporca!) facendo zig zag tra pullmini e auto di turisti local diretti al lago.
Che, per dirla tutta, è una mezza cagata. Si cioè, bello eh…ma non c’è una mezza spiaggetta sulla quale spogliarsi di tutti i vestiti da moto per fare uno sguazzetto nelle acque fredde. In un solo punto circondato da spoglia terra battuta una cinquantina di persone schiamazzano scalando e scendendo una ripida sponda per rinfrescarsi.
5 minuti di orologio e ce ne andiamo un po’ stizziti per quello che doveva essere un posto della madonna e invece no.
Ma vi dicevo delle ciabatte di Giacomo. Scendendo dal lago decidiamo di trascorrere la notte in  una guesthouse nella quale prendiamo una yurta. Serve una doccia subito, siamo sudati e impolverati da far schifo, e come doccia ci indicano il torrente. Vabbè, daje…bagnetto e bucato.
Mentre si chiacchierava seduti su due sassi, con le palle al fresco a favore di corrente ecco che d’improvviso…un sussulto! E la povera ciabatta Decathlon che fluttua leggiadra tra la spuma, diretta a valle verso il fiume Naryn.
Diretta verso il Syr Daria.
Diretta verso l’Amu Daria
E infine, insciallah, al lago d’Aral

Dissolvenza....
SIPARIO

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