lunedì 5 agosto 2013

WELCOME TO TAJIKISTAN!


Notte tormentata (caldo, letto fachirico, orsi grizzly che russano nella stanza accanto che mi costringono a dormire con la musica nelle cuffie) = mal di testa a martello al risveglio.
E' con 30 gocce di OKI che inizia il primo giorno sulla strada, coadiuvate da una colazione che cerco di rendere il piщ abbondante possibile con le poche cose che mi piacciono. Sono sempre stato abbastanza difficile con il cibo, mangio poche cose e sarа meglio che mi abitui in fretta a sapori diversi se non voglio diventare trasparente...comunque latte e cereali e pane tostato con il miele hanno fatto il loro sporco lavoro.
Partiamo non prestissimo ma era inevitabile il primo giorno, tutti alle prese come ogni inizio viaggio con gli aggiustamenti vari ai bagagli. Aggiungiamo una quarantina di minuti per fare un goccio di benzina a 80 ottani (che le ns moto gradiscono poco), trovare un distributore che ha della 91 ottani ma non accetta dollari, trovare un signore che mentre io e giacomo proviamo a cambiare in valuta locale estrae un rotolone di som e ci aiuta, insomma...sono le 10.30 passate quando portiamo le moto fuori dalla grande area urbana di Tashkent.
Il caldo si fa giа sentire, e la strada dritta e monotona in mezzo ad un ancor piщ monotono panorama di campi sembrano accentuarlo.
Fortunatamente ci teniamo occupati salutando le decine e decine di persone che ci affiancano per salutarci, ci lampeggiano, ci urlano "atguda?" (o qualcosa di simile, ma suona cosi) per sapere da dove veniamo. Anche quando ci fermiamo veniamo accerchiati da curiosi che cominciano a parlarci come se noi capissimo perfettamente il russo...salvo poi vederci alzare le spalle, e metterla sul calcistico (baggio, inzaghi, milan, juve!!)
Ad un posto di blocco veniamo fatti accostare per un controllo dei documenti: con ampi sorrisi i poliziotti ci stringono la mano, ci chiedono da dove veniamo, dove andiamo, ripetono divertiti il nome di Andrea affibbiandogli il cognome Celentano.
Ce lo rapiscono anche Andrea, che salta subito in macchina con uno di loro per andare chissа dove a fare fotocopie dei documenti.
Si ripeteranno altre 3-4 volte i posti di blocco, ma questa rimarrа per oggi l'unica volta in cui siamo stati fermati qualche minuto..tutte le altre volte ci faranno passare oltre.
Arriviamo verso le 14 alla prima frontiera del viaggio. Sono un pт teso, questi passaggi sono forse l'incognita piщ grossa..non sai mai quante ore possono farti perdere questi sonnolenti burocrati e militari di confine.
Invece nel giro di un'oretta (scarsa) senza il benchи minimo problema superiamo tutti i controlli della frontiera Uzbeka e approcciamo quella Tajika.
Anche qui compiliamo qualche modulo, attendiamo mezz'ora che ci diano un permesso che ci servirа per uscire dalla frontiera di Kyzyl Art verso il Kirghizistan (e ci spillano 15$ che non sappiamo se siano un marchetta o una vera e propria tassa) e siamo liberi di uscire dalla frontiera ed entrare in Tajikistan.
Lo stacco tra i due paesi, dal punto di vista paesaggistico, и immediato e netto: campi, campi, campi e tutto piatto in Uzbekistan, mentre il Tajikistan fin da subito ci mette davanti colline e montagne aridissime (qualche scorcio mi ha ricordato la valle della morte in nevada)
La temperatura sale ancora sfiorando i 39°, ma sopportiamo tutto grazie alla scarsissima umiditа.
Istaravshan, la nostra meta, dista ancora 140 km che perт scorrono rapidi grazie alle solite strade dritte e ampissime. Come sempre l'accoglienza della gente и spettacolare, qui forse anche maggiore. Piщ sorrisi, piщ bambini curiosissimi, piщ gente che si sbraccia.
Una cosa che ho notato nei viaggi che ho fatto fin'ora fuori dall'europa и che la gente vive moltissimo sulla strada. Ma non nelle case...lungo i bordi. Ogni km ci sono cataste di cocomere con una persona all'ombra che aspetta clienti, gente che cammina diretta chissа dove, autisti di macchine camion addormentati su piccoli tappeti all'ombra del proprio mezzo (da pazzi quello con il camion parcheggiato a lato che dormiva accanto alla ruota...in mezzo alla strada!! L'ombra stava da quella parte e lui non si и fatto problemi...pazzesco)...
E' bellissimo vedere tutta questa vita lungo l'asfalto, ma inevitabilmente occorre stare con gli occhi aperti.
Facciamo sosta per un magnum+calippo+rifornimento acqua per le camelback a Khujand, il cui unico scorcio memorabile и quello che si apre all'improvviso quando accanto alla strada si manifesta il corso imponente del Syr Daria, che nonostante le dimensioni e il territorio arido che attraversa и di un colore blu stupefacente. Sembra un fiume di montagna, non uno enorme largo 100 metri.
Istaravshan, che raggiungiamo intorno alle 19, non pare una cittadina attraente, almeno vista dalla strada principale (che rimarrа l'unica visione). E' tardi, vogliamo trovare un albergo e fare una doccia...seguendo la Lonely Planet finiamo in un hotel veramente triste e misero. Ma ha un cortile con un cancello che la sera viene chiuso e costa poco (7Ђ senza colazione), siamo stanchi e abbiamo poca voglia di sbatterci oltre quindi lo prendiamo.
Il resto (cena in una doccia degna del film District 9 e pasto comprato in un improbabile supermercato e consumato in camera) non passerа certo alla storia come la nostra serata piщ lussuosa. Ma chissenefrega potrei dirvi, guardate dove siamo!!
Niente foto per ora, i paesaggi non meritavano soste e alle frontiere ed ai posti di blocchi la polizia non gradiva essere ripresa.
Rimedieremo...

2 commenti:

  1. Prima di tutto Cristina su R80 batte Rombo 1-0 ... alle 16 era già a Ora Teppa !!! poi nn sei andato a vedere la Madrasa nella città vecchia, poi dormi dove lei si è rifiutata di dormire .. suite in un casermone russo e a cena nel parco shaslik !! Sei un pò un dilettante .. quasi come Luca, che anke se nn c'entra ... !!
    A parte qst siamo contenti che vada bene e vi seguiamo ... ma come c..zo hai fatto a trovare una connessione a Ora T. ??? !!! stai tuned !!!
    Ciao

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  2. Cioè, non vi hanno tratto in arresto nemmeno per una mezz'oretta?!
    Che delusione.

    :)

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