giovedì 8 agosto 2013

QUASI KALAIKHUM...

Nel traffico del mattino di Dushanbe comprendiamo che la scelta di non prendere le moto ieri sera per farci un giro in città è stata sbagliata.
Comunque è inutile piangere sul latte macchiato, con grandi aspettative ci dirigiamo verso i primi contrafforti del Pamir. Meta di oggi è Kalaikum, punto più o meno intermedio tra la capitale e Khorog, dove inizia l'altopiano vero e proprio.
Sappiamo che oggi è il primo giorno in cui affronteremo il tanto desiderato e sempre temuto sterrato...come ogni viaggio ci stiamo portando in giro oltre 300kg di moto e la ruggine deve essere tolta prima di acquisire la confidenza necessaria per guidare tranquilli
La temperatura già la mattina presto è molto elevata (32° alle 9), ma le prime decine di km su strade veloci aiutano un pò a soffrire meno.
Tuttavia capiamo velocemente che la musica sta per cambiare...la temperatura sale già prima di mezzogiorno a 37/38, e la strada comincia tanto a peggiorare drasticamente dal punto di vista del fondo, quanto a diventare via via più spettacolare per quel che riguarda il paesaggio.
Cominciamo a costeggiare le sponde di un fiume impetuoso e dalle acque color metallo. Pare sia fatto di mercurio...ovviamente si tratta di un fiume carico di sedimenti e acque glaciali, ed è cosi imponente e brutale nella sua forza da lasciarci più volte senza parole a fissarne gli spruzzi e i pennacchi che si sollevano.
Saliamo e scendiamo ma sempre mantenendoci tra i 1000 e i 1500 metri, la polvere è tantissima e per questo guidiamo piuttosto distanti uno dall'altro ma incrociamo parecchie (per il Tajikistan ovviamente) macchine, camion e furgoni che non ci pensano proprio a rallentare quando ci vedono.
Il fenomeno della giornata è un tizio con una BMW X5 con 3 cerchi da 20" e un ruotino di scorta sulla quarta ruota che abbiamo continuato ad incrociare (a causa delle ns tante soste) per almeno 200 km.
Ci fermiamo spesso, quasi sempre per pochi minuti perchè il caldo e la polvere sono opprimenti. Scambiamo qualche parola con un local che parla un discreto inglese e ci dice che fare una nuotata nel fiume per rinfrescarsi è "very dangerous"...è mezzogiorno, siamo a corto di acqua nelle camel back e la fame bussa.
In uno dei tanti miserissimi paesottoli che incontriamo un ragazzo ci offre del pane e del latte fermentato. Lui non può unirsi a noi, c'è il ramadan, ma ci fa ampi gesti per invitarci a mangiare e si schernisce quando gli offriamo di dargli un pò di soldi...l'ospitalità è sacra per questa gente, e lo abbiamo capito velocemente. Meravigliosi.
Continuiamo a farci il culo (quando ci vuole ci vuole) fino a Tavil Dara, quando ad un controllo di polizia dei passaporti ci dicono che la strada per Kalaikum è chiusa! "Most, most" (ponte, ponte)...ci fanno capire che un ponte è crollato e la strada è chiusa...sconforto...
Sono le 16 e l'idea di rifarci tutta quella strada massacrante ci fa venire il vomito. Decidiamo di chiedere ad altre persone in paese e ci tranquillizzano dicendoci che il ponte è  si crollato, ma si riesce a passare a lato in mezzo al fiume.
Carichi di nuova speranza ripartiamo, e fortunatamente da qui in avanti si comincia a salire di quota e le montagne cominciano a sovrastarci. I panorami diventano mozzafiato, tra gole e picchi innevati la strada si arrampica costante senza particolari strappi fino ai 3260 metri del passo Karabutob.
Per chi sa di cosa parlo, tutta questa parte è molto simile alla strada che porta al col du Sommeiller, solo 5 volte più lunga.
Scendendo dal passo cambia tutto immediatamente: la salita è stata dolce tanto quanto la discesa vertiginosa. Dapprima in una serie di gole con strapiombi che ho accuratamente evitato di guardare (e che, sapendo cosa avrei trovato, mi avevano tenuto sveglio la notte prima), poi in decine di tornanti mozzafiato.
La calda luce pomeridiana rende tutto INCREDIBILE.
Nella nostra gioia ed allegria di essere qui ci dimentichiamo però di un particolare....il ponte crollato. Ce ne ricordiamo velocemente quando ci si parano davanti una decina di camion fermi da questo e dall'altro lato. Un ponticello di pochi metri, 15 forse, giace distrutto nel fiume e accanto a lui il camion che l'ha sfondato.
Siamo bloccati. Sono le 19, Andrea e Giacomo hanno poca benzina, e tornare indietro per oggi non se ne parla.
Dall'altra parte c'è una grossa ruspa, ci spiegano che domani mattina aprirà un passaggio nel letto del fiume (che non è più quello enorme di prima ma un grosso torrente di montagna).
Non ci resta che rassegnarci rapidamente ad una notte in mezzo alle montagne, con decine di persone bloccate come noi.
La cena è a base di risotto al pomodoro, al posto della televisione assistiamo ai tentativi di togliere il camion dal fiume con una gru (che fallisce). Montiamo la tenda e in seconda serata stiamo a contemplare un cielo cosi pieno di stelle da star male. Strette tra le buie pareti di roccia le stelle sono pazzescamente luminose.
E sono cosi tante che ogni pochi minuti una si stanca e si lascia andare in una scia luminosa.
Questa è l'avventura che volevamo. Come sempre gli imprevisti sono il sale del viaggio.
Domani però speriamo di poter ripartire, che troppo sale fa male :-)

1 commento:

  1. considerando che mi perderò 15 gg dei tuoi post, quando tornerò avrò da leggere per un mesetto..
    risotto al pomodoro è decisamente un lusso! non è che x caso ti sei portato anche la bistecchiera??? perchè non si trova più!!

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