venerdì 23 agosto 2013

LA VERSIONE DI DJACOMO (la D è muta)

ho visto cose che voi umani ...

Questo è quello che Simone non avrebbe potuto scrivere della traversaata della fottuta steppa kazata con Haram (o come cazzo si chiama) e il figlio diciassettenne Dani (o Toni, o Deni a secondo di come gli girava).
Caricata la moto ad Aralsk a bordo della bisarca (una berlina Lexus, un Land Rover, un suv Nissan e uno Infiniti nuovi di pacca) mi sono subito reso conto che non sarebbe stato agevole percorrere i 650 km  che mi separavano da Aqtobe. Le prime due ore le ho passate facendo i calcoli del tempo e ragionando che ora della notte o del mattino sarei arrivato mantenendo la smodata velocità di 60 kmh!
Ad un certo punto BOOOMMM! L'impianto frenante del carrello della bisarca ha fatto scoppiare lo pneumatico posteriore destro. Ci fermiamo e smadonniamo (io) smaomettano (loro) per riuscire a svitare il solito dado stronzo incriccato dalla polvere, dal tempo o dalla volontà di Allah.
Dopo un'oretta riusciamo a togliere le gomme (la sana e la scoppiata) e Simone ed Andrea mi raggiungono giusto in tempo per lasciarmi il fornelletto per poter togliere da un dado dell'impianto frenante un pezzo di gomma che si era squagliato e non riuscivamo a ripulire.
Cambiata la gomma e sostituito il cavo dell'impianto frenante (solo grazie ad un altro camionista che aveva il pezzo (altrimenti starei ancora a 100 km da Aralsk) saluto i miei amici dicendogli che ci saremmo rivisti la notte ad Aqtobe o al più tardi la mattina dopo. Ancora non sapevo cosa il fato cinico e baro aveva in serbo per me.
Fatti non più di 25 km ... BOOOOOMMMM!  scoppiata la gomma appena cambiata.
Eccheccazzo! dico io ... non sapendo che l'avrei ripetuto per un altra dozzina di volte.
Stavolta insieme alla gomma è partito definitivamente tutto il sistema frenante: tubi squagliati, ganasce bruciate, asse letteralmente macerato e triturato, puzza di bruciato ovunque, mozzo che sputava cuscinetti in continuazione.
A questo punto inizio a preoccuparmi e timidamente inizio a fermare alcuni camion o furgoni che  passano cercando di trovare un passaggio alternativo. Haram ed il figlio intervengono dicendo non so cosa nel loro idioma incomprensibile, ma ho il netto sospetto che abbiano boicottato tutti i miei tentativi di fuggire da loro.
Dopo oltre due ore di lavoro e tentativi di utilizzare il semiasse, Haram decide di farne a meno (a che serve, tanto sono due per lato apposta!): facciamo scendere tutte le macchine (e moto) e le ricarichiamo mettendo i mezzi più pesanti in avanti, mettiamo il crick sotto il semiasse e lo imbraghiamo con cinghie a cricchetto al ponte della bisarca, abbassiamo il crick e dopo qualche scricchiolio ... incredibilmente tiene!
Trovato il giusto numero di cinghie (ben 5, dopo averne strappate 3), ripartiamo e dopo mezzo chilometro letteralmente a passo d'uomo (io camminavo accanto al semiasse per vedere se teneva) decide di ripartire non più alla folle velocità di prima ma a 40 o se andava bene 50 orari.
Giunta la sera, Haram si ferma per dare un controllata al mezzo e mi accorgo che gli pneumatici dell'unico asse rimasto a destra toccano preoccupantemente con contro il passaruota. Riusciamo a divellerlo ed armeggiamo con pompe, crick, cinghie, leve ma ormai è buio pesto (sono le 23) e decide di fermarsi a dormire sulla strada.
Orbene, il tratto di strada in cui ci troviamo è su un terrapieno e, finito l'asfalto (due corsie secche), ci sono 40 cm di ghiaino e poi il fosso.  Il camion, pertanto, occupa quasi interamente la corsia di marcia e gli altri mezzi che sopraggiungono nei due sensi corrono come folli passando vicinissimo a noi senza mai rallentare.
Constatato che è impossibile per me fermare qualasisi mezzo senza farmi arrotare, faccio buon viso a cattivo gioco e mi preparo ad una notte lunghissima dentro quella cabina del cazzo.  Ma non ce la faccio: gli odori nauseabondi sia deikazachi (ma credo a questo punto di aver iniziato anch'io a puzzare come una capra) sia quelli immanenti nella cabina, la scomodità, il caldo rendono la permanenza impossibile: mi vesto da moto (giacca, pantaloni e stivali) e mi sdraio sotto le stelle tra una Nissan e un'Infinity.
La notte non è tranquillissima tra un tir che ci supera a 120 kmh e a 40 cm di distanza e i rumori della steppa kazaka: bestie che non posso vedere ma sento aggirarsi intorno a me, dagli insetti ai roditori (una sorta di marmottona sono riuscito a vederla) ad altri che faccio finta di non sentire. Non dormo neanche un minuto ma in compenso mi godo un'alba splendida!
Alle 5 ci rimettiamo al lavoro prendendo a martellate il passaruota, spostando il carico un'altra volta per cercare la distribuzione dei pesi ottimali e verso le 12 ripartiamo alla volta di Aqtobe.  Da qui in poi, sarà un incubo: caldo asfissiante (ovviamente il finestrino del mio lato non si apre), andatura bradipesca (30-40 orari), sosta per controllare la situazione, sostituire una cinghia nel frattempo strappata  e così via fino alle 3.30 di notte quando Hamar, esausto, a soli 100 km dalla meta getta la spugna e si ferma a dormire per un paio d'ore in un piazzale per camionisti, polveroso e con un vento micidiale che alza un muro di terra ed un freddo bestiale. Scoprirò dopo che è lo strascico della bufera che Simone ed Andrea hanno lisciato per un pelo.
Alle 5, dopo due ore di sonno dei kazachi (io non ho neanche provato a dormire), ripartiamo e giunti praticamente ad Aqtobe, a 20 km dalla meta, il kazaco dopo un chiaccherata via radio con altri camionisti (credo di aver capito che ci sia un posto di blocco della temibile polizia) decide di fermarsi e rivoluzionare, contro ogni legge della fisica e per ragioni che non riesco a comprendere, la sistemazione del carico, gravando ancora di più sull'unico semiasse rimasto e tentando pure di partire (ovviamente dopo 2 ore di lavoro) facendo un macello e grattando per 200 metri su ghiaia e asfalto.
A questo punto finalmente riesco a mettermi in contatto con Simone che rimedia un carrattrezzi che mi viene a prendere ponendo fine alle mie pene.
Saluto i kazachi, gli tolgo 40$ dal compenso pattuito e porto finalmente la moto in officina.

Considerazioni sparse sulla traversata del kazakstan.

Salvo alcuni wafer (senza bere da ore è impossibile mangiarne più di due) non ho mangiato niente dalla cena ad Aralsk tre sere prima ... mi rifarò tra un paio d'ore a cena.
Ho bevuto a canna da bottiglie che in condizioni normali non avrei nemmeno toccato con i guanti.

Non credo di essere mai stato tanto sporco e puzzolente in vita mia. Sul camion non c'era una sola cosa pulita, armeggiavamo  in continuazione cinghie luride, crick, piedi di porco e attrezzi unti e bisunti. Alla fine ero uno di loro, giravo scalzo o con le infradito, come loro grugnivo frasi senza senso, li riconoscevo (e mi riconoscevano) dall'odore.

Il camion andava talmente lento che quando buttavo una cicca dallo spiraglio del finestrino, questa andava in avanti e superava il muso del camion.

Sti due kazachi all'inizio si sforzavano di farmi capire quello che mi dicevano con gesti e frasi semplici, ma alla fine si sono rotti ed hanno preso a chiaccherare con me in russo come se fossi  madrelingua. Dopo un mio iniziale tentivo di cercare di comprendere e farmi comprendere, ed un successivo "da, da, da" stile Hollywood Party, mi sono stufato e gli ho attaccato una supercazzola in italiano di un quarto d'ora.

pensiero principale: come tener viva la batteria del cellulare e rimanere in contatto con gli altri due? ogni tanto, appena possibile andavo sulla moto accendevo il quadro e connettevo l'usb del cellulare incastrandolo nel manubrio. per non rischiare di perderlo, mi sono fatto una 20ina di minuti tra le macchine.

Djacomo Radini Tedeski



2 commenti:

  1. racconto allucinante...non ti conosco abbastanza (solo di fama) ma concordo con Simone.....sei un grande "gigante buono". Dopo questa brutta avventura nulla potrà fermarvi!! Buon proseguimento!!

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  2. A vedere come stai seduto mentre scrivi al PC direi che non ce l'hai raccontata tutta :-D

    da da da
    ich lieb dich nicht
    du liebst mich nicht

    http://www.youtube.com/watch?v=ZviYmTMpBXE

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