martedì 27 agosto 2013

BMW MOTORRAD KIEV...OASI NEL DESERTO

Nella putrescente gastinitza dove ci siamo riuniti ieri sera la notte è difficile. Essendo probabilmente l'unica sistemazione in città la signora ovviamente solo russo-parlante si concede qualche leggerezza sulla pulizia...la moquette che pensavo essere a pois semplicemente è macchiata, il bagno 0,5x0,5 mq prevede che se ti fai la doccia devi scollegare il boiler e mettere la spina elettrica in un sacchetto di plastica chiuso con una molletta, il rubinetto perde, la ruggine e le incrostazioni proliferano, le lenzuola non hanno bisogno del luminol per mostrare le macchie, e comunque il loro odore è sufficiente a suggerirmi di dormire vestito cosi come sono andato a cena e con una salvietta a proteggermi dal cuscino. 
Andrea, inseguito dai fantasmi di piattole blatte e ratti mannari si adeguerà alle mie soluzioni pro-igieniche durante la notte. Dopo aver sbarrato la porta di Giacomo che al solito russa come un plotone di soldati dopo una marcia di 40 chilometri, e dopo aver scattato qualche foto notturna a me che dormo nella mia tradizionale posa da Nosferatu nella bara.
Recuperate le moto che hanno dormito chiuse nel cortile della locale stazione di polizia partiamo di buon'ora per cercare di liberarci in fretta della frontiera russa ed ucraina ed arrivare rapidamente a Kiev per portare la moto all'officina BMW.
Ma poteva mai andare tutto per dritto???? NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
Al controllo documenti russo ci chiedono immediatamente un foglio che non abbiamo. E' il foglio di importazione temporanea delle moto che in teoria avrebbero dovuto farci compilare alla frontiera di Ozinski quando siamo entrati 2 giorni fa.
Invano cerchiamo di spiegare all'impiegata della dogana che logica vuole che quando mi fai entrare nel tuo maledetto paese devi essere TU a farmi compilare tutti i moduli necessari, e se non li compilo neanche mi fai passare. Ovviamente c'è l'ostacolo della lingua ad impedire la comprensione di questi concetti molto basici.
Per loro c'è semplicemente un "problem": manca il documento. Mostriamo loro i vari foglietti avanzati dai passaggi nelle altre frontiere, la bolla di consegna delle moto in Uzbekistan. Ma a loro frega relativamente, vogliono l'altro foglio...
Inizialmente pare che la tizia seppur scocciata voglia darci una mano...scompare un pò in un ufficio, poi torna e  ci dice di pazientare. Dopo 2 ore di pazienza in piedi all'aperto come 3 deficienti sotto ad una tettoia dove tira un vento freddo (ogni tanto spioviggina pure) comincio a scocciarmi e torno dalla tizia. Mi fa segno che stanno aspettando un fax dall'altra frontiera che certifichi il nostro passaggio e poi sarà tutto a posto. "dieci minuti".
Ne passano 30. Ne passano 40. Passa un'altra ora.
Il Simone "malvagio", come lo chiama Andrea, comincia a diventare difficilmente contenibile e mi aggiro per la dogana imprecando ad alta voce per far capire a questi impiegati del catasto che se mi hai fatto entrare da una parte non puoi rompermi le palle dall'altra. Mettetevi d'accordo su quali documenti un povero cristiano deve portarsi appresso! Volete il visto, volete il passaporto, mi fate la foto, mi registrate 6 volte, ho tutti i documenti della moto compreso il CDP, documenti che attestano che l'ho spedita a Tashkent.....CHE MINCHIA VOLETE ANCORA DA NOI??????
L'incazzatura è una escalation, accentuata dal fatto che nessuno ci dà spiegazioni e nessuno a parte qualche occhiata pare fregarsene qualcosa di noi che stiamo qui a marcire di freddo da 4 ore mentre sotto al naso ci passano decine e decine di persone che in 10 minuti arrivano e vanno.
Finalmente dopo quasi 5 ore arriva un tizio che porta i nostri documenti e in 10 minuti siamo liberi di andare.
Pochi metri, frontiera ucraina. Si avvicina il militare che controlla i passaporti e sotto i miei occhi increduli mima molto a chiaramente a Giacomo il gesto di mettergli dei soldi (rubli, eur, dollar) all'interno del passaporto. Soldi per lui, così...come se fosse la cosa più normale del mondo e come se avesse un minimo senso!!
Io e Giacomo ci guardiamo, io sono ancora sotto l'effetto "fungo atomico sterminatore" causatomi dalla frontiera russa ma sono talmente basito da tanta sfrontatezza che mi viene da ridere...a 'sto povero rincoglionito persino tenero e maldestro nel tentare di taglieggiarci Giacomo risponde sempre in italiano facendo il finto tonto, e io rincaro la dose aggiungendo anche una buona serie di offese miste ed assortite. Il tizio si allontana, torna dopo 1 minuto e si fa ridare il passaporto convinto di trovare qualcosa al suo interno ma non trovando nulla si stupisce! Che coglione!
Giacomo scoppia a ridere e se  ne esce con un "amico mio, famme almeno entrà nel tuo paese!  sto ancora prima della sbarra, famme fà 100 metri poi chiedimi i soldi! Che du cojoni!"
Il tizio desiste, fiaccato dalla nostra finto-tontaggine e dall'ostacolo della lingua, e riesce a farsi prendere per il culo pure dalla sua collega per non essere riuscito a spillarci soldi.
Ridicolo. Surreale. Fuori di testa. Se questa è l'Ucraina e la sua polizia siamo a posto.
In mezz'oretta comunque ci liberiamo, controllino al volo al serraggio dei bulloni della ruota smontata 2 giorni fa a casa del panzone e via per i 330 km che ci separano da Kiev. Senza l'intoppo russo saremmo stati in super anticipo mentre cosi ci tocca correre per sperare di riuscire.
Ovviamente si mette a piovere di brutto, e a fare un freddo cane. Dobbiamo fermarci assolutamente per coprirci un pò perchè io sto morendo di freddo.
La strada è dritta e veloce, ce la beviamo rapidamente fino ad entrare nell'area metropolitana della capitale. C'è parecchia confusione, un traffico intenso e tutti vanno a manetta ma riusciamo comunque a trovare la concessionaria BMW.
Auto.
Che ci dà un altro indirizzo dove c'è la divisione Motorrad. Fiuuuuuuu.....
Altro giro nel casino di Kiev, che appare subito ai nostri occhi moooolto più bella di quanto ce la immaginassimo. Palazzi antichi accanto a futuristici grattacieli, tanta gente in giro, giovani...un sacco di vita e l'idea di una città mittel-europea piuttosto che ex sovietica.
Fortunatamente la concessionaria è aperta fino alle 20, per cui facciamo in tempo ad arrivare (sono le 18.30). Veniamo accolti splendidamente da Evgeni, un ragazzo che parla bene inglese e che ci prende sotto la sua ala facendoci parlare con il meccanico, offrendoci tè e biscottini, aiutandoci a prenotare un albergo nei paraggi e chiamando persino il taxi. 
Come scritto su Facebook, voto all'accoglienza ed al servizio 10+...per il voto all'officina aspettiamo domani visti i precedenti di Aktobe ...
Ci aspetta un giorno a zonzo per Kiev, cosa che non dispiace affatto viste le premesse...
Speriamo che qui finalmente si possa mettere la parola fine a tutte le sfighe e goderci gli ultimi giorni di rientro con la calma che sogniamo da giorni

PS: a redimere (per oggi) la polizia ucraina va detto che avendo imboccato per errore una strada con divieto nel caos di Kiev siamo stati pizzicati subito ma (visto anche l'elevato numero di local che stavano commettendo lo stesso sbaglio) lasciati andare con una stretta di mano ed un sorriso.

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